Insigne: “La mia miglior stagione. Ancelotti incontrato troppo tardi”
L’attaccante del Napoli ha parlato direttamente da Coverciano: “Siamo una grande Italia, con il Portogallo possiamo vincere”. Poi sull’allenatore che lo ha cambiato di ruolo: “Ha sempre il sorriso. Penso di averlo incontrato troppo tardi nella mia carriera”
Dieci gol in 15 partite giocate, mai così bene probabilmente nella sua carriera. Il Napoli è passato da Sarri ad Ancelotti, ma Lorenzo Insigne non sembra aver accusato il cambiamento. Anzi, tutt’altro. In forma come pochi, bello sorridente anche nell’aula magna di Coverciano, laddove insieme ai suoi compagni sta preparando la sfida con il Portogallo.
“Il primo posto? Difficile, ma non impossibile – ha esordito – giochiamo in casa, ci sarà lo stadio pieno e dobbiamo dare una risposta. Noi siamo forti, possiamo metterli in difficoltà”. Sarà necessario essere più freschi sotto porta, perché questa Italia per adesso è troppo sprecona: “Abbiamo costruito tanto, ma manca un po’ di cattiveria sotto porta – ammette – anche da parte mia. Dopo tante opportunità, tuttavia, sono sicuro che arriveranno anche tanti gol”.
E’ passato un anno dalla storica delusione con la Svezia. Lui, suo malgrado, è diventato un po’ il simbolo della notte nera di San Siro. Tutta Italia lo voleva in campo, tranne Ventura: “Non ha fatto bene con la nazionale, ma lo ha fatto negli anni precedenti – ha spiegato Insigne – ha avuto modo di dimostrare il suo valore in passato. Ho sempre rispettato le scelte che ha fatto, ero fiducioso su chi avesse mandato in campo. Non ho visto le sue reazioni a Verona, quelle le ha viste Pellissier. Quindi non me la sento di giudicare le sue dimissioni. Posso solo dire che mi dispiace”.
Da Ventura a Mancini: “Ha cambiato qualcosa, perché ogni allenatore ha le sue idee. In fase offensiva per esempio ci chiede di fare movimenti diversi. Da lui c’è solo da imparare, perché è un grande tecnico e ha allenato dei campioni. Non è facile mettere in campo idee maturate dopo soltanto tre giorni di lavoro, ma credo che già con la Polonia si sia visto qualcosa di più rispetto a prima”.
Tanti i giovani presenti in lista: “Ma se il mister li ha chiamati, vuol dire che hanno qualcosa di importante. Cercheremo di aiutarli con la nostra esperienza, perché in questo gruppo c’è anche chi ha giocato la Champions. In Tonali si vede la qualità, spero possa crescere. Con l’età che ha ed è già in Nazionale vuol dire che può rimanere a lungo. Noi tutti diamo l’anima per questa maglia”.
Poi il discorso cade sul Napoli e sul campionato: “Alla nazionale porterei la stessa mentalità di Ancelotti, anche se ragiona uguale a Mancini. Spero di dare agli azzurri quello che sto dando al Napoli. Scudetto? Non bisogna guardare al calendario, ma cercare di vincere per avvicinarsi il più possibile a loro”. Questione Champions, dove la battaglia con Psg e Liverpool è più agguerrita che mai: “Con Verratti ci ho scherzato un mese fa. Gli ho detto che cercheremo di dargli filo da torcere. Dopo il sorteggio nessuno ci credeva in un nostro eventuale passaggio del turno, invece…”.
Gol e assist, per Insigne è stato un inizio di stagione ottimo: “Sì, guardando le statistiche, penso che sia la miglior annata. Il Napoli ha bisogno di vincere qualcosa, sappiamo che è difficile perché abbiamo davanti una grande squadra e un’ottima rosa. Proveremo sempre a dare fastidio. Il campionato è ancora lungo, tireremo le somme alla fine”. Artefice di tutto Ancelotti, colui che lo rigenerato spostandolo più al centro dall’esterno: “Il nuovo modulo è stata un’intuizione del mister. Contro la Sampdoria non ho fatto benissimo, da esterno, poi lui mi ha parlato di questa nuova posizione. Ho sempre preferito giocare vicino alla porta, sto andando bene in fase realizzativa e sono molto contento. Ancelotti credo di averlo incontrato troppo tardi, ha sempre il sorriso, è difficile litigare con lui”.