Secondo giorno di raduno a Coverciano. Da Mancini a Verratti. A prendere la parola direttamente dall'aula magna di Coverciano è Marco Verratti. Il Portogallo il prossimo avversario, con un occhio al Napoli, alla Champions e a tanto altro: "Sicuramente crediamo al primo posto - le sue parole - sappiamo che non dipende solo da noi e che quindi sarà difficile. Ma lotteremo per vincere e fare una grande partita a San Siro".
Lui dovrà rispondere alle critiche: "Perché è sempre stato così, quando gioco bene sono da nazionale, altrimenti no. Con l'Italia è più difficile dimostrare il proprio valore, perché nei club lavori tutti i giorni, qui solo un mese o un mese e mezzo. Detto questo, tutti si aspettano molto da me, quindi mi reputano un giocatore importante. Il mio compito è dare tutto in mezzo al campo".
Come contro la Polonia, dove il reparto ha fatto benissimo: "Si sono viste cose molto interessanti. In Polonia abbiamo avuto tantissime occasioni e non siamo riusciti a sbloccarla prima, rischiando pure di perdere. Il mister conosce il calcio, è una cosa molto importante. Sentire la fiducia, la felicità della gente, ci fa piacere. Era un momento difficile. Sabato saremo davanti a tantissimi tifosi contro una grande squadra".
L'Italia torna a Milano dunque. Contro la Svezia, un anno fa, lui non c'era: "L' eliminazione è stato un momento difficile per tutti. Si deve andare avanti, si è trattata di una sconfitta che ci ha fatto bene, perché ci ha resi consapevoli di dover dare di più. Il nostro primo obiettivo è riscattarsi agli occhi della gente che abbiamo deluso. Bisogna riportare entusiasmo". Il discorso scivola inevitabilmente a Ventura e alle sue dimissioni con il Chievo: "Non conosco la situazione. Ho una mia opinione, ma vorrei non parlarne. Non essere andati al Mondiale non è stata solo colpa sua, abbiamo sbagliato tutti. È una ferita ancora aperta, chissà se mi capiterà di giocarne uno fra quattro anni. Sapevamo di poter arrivare secondi dietro la Spagna, che ci è stata superiore. Grande rammarico per i playoff con la Svezia".
Dal forfait di Bernardeschi: "È utile all'Italia e alla Juve, ma chi è qui può giocare" a Tonali, primo 2000 in azzurro: "Non ci ho ancora parlato, ma per arrivare in Nazionale serve delle qualità. Mi ricorda un po' me, perché anche io alle prime convocazioni ero in Serie B. Per lui è una grande cosa, giocare per la Nazionale non capita a tutti, sicuramente sarà contento, porterà entusiasmo. Ne abbiamo bisogno".
Dall'Italia al Psg. Dove le critiche non mancano, soprattutto dopo essere stato beccato alla guida in stato di ebbrezza: "Ho fatto una cazzata, una cosa che non si può fare, a maggior ragione quando rappresenti un grande club. Ho chiesto scusa e vado avanti. Detto questo sono una persona a cui non interessa ciò che dice la stampa o un giornalista. Sia nei momenti negativi o positivi. Gioco per un club, hanno fiducia in me, me lo dimostrano sempre. Sono lì da 7 anni, non ho mai avuto problemi con gli allenatori. Da quando è partito Ibra, sono diventato il responsabile di molte cose. Così mi viene più voglia di continuare per vincere qualcosa di importante"
Come la Champions, anche se con Napoli e Liverpool è dura: "È un girone super, nessuna delle tre squadre merita di uscire. La coppa rimane un obiettivo, lotteremo con squadre dal grande organici come Bayern e Juventus, le favorite". Chiosa su Buffon: "Gigi è veramente felice di aver scelto Parigi. Ha l'entusiasmo di un bambino, è incredibile la passione che ci mette. Per la nazionale penso non debba dimostrare nulla, qui avrà sempre le porte aperte. Ha dato tanto per questi colori". Infine un suo parere sul tema degli insulti: "Non succedono in Francia, non mi è mai capitato, tranne a Marsiglia. Penso sia giusto interrompere le gare. Spesso veniamo insultati anche nella nostra vita privata. Sappiamo che qui il calcio è una grande passione, ma noi diamo tutto e soffriamo quando perdiamo. Bisogna fare qualcosa di eclatante per fermare queste cose".