La prima volta non si scorda mai. Nemmeno da allenatore. Così tra la nebbia di Reggio Emilia Andrea Pirlo ritrova la luce, in una serata che di emozionante ha poco oltre i gol di Cristiano Ronaldo e di Morata che decidono la Supercoppa italiana.
Una gara da Juve - finalmente -, nella serata della verità. “Ma questa è una finale e le finali si vincono” aveva avvertito il Napoli ieri Pirlo, che si è preso anche la prima vittoria di sempre contro l’amico di sempre. Rino Gattuso vorrà dimenticare in fretta la notte del Mapei Stadium, Pirlo invece l’attaccherà alle mura di Vinovo da domani: da Reggio è arrivata la risposta bianconera alla sconfitta di domenica contro l’Inter e a una stagione che d’improvviso si raddrizza.
Il 4-4-2 visto in campo è compatto, umile, efficace: il Napoli la vede solo per caso per larga parte del match e il rientro di Cuadrado dal covid fa la differenza.
Si sbraccia Pirlo, lo fa meno del suo amico e collega ma prova a dare la spinta ai suoi chiuso nel cappotto lungo e nelle invenzioni di Kulusevski, partner di Cristiano Ronaldo per una notte. Quando segna, tutti vanno ad abbracciare il portoghese, lui si gira verso la panchina per provare a cambiare marcia e non subire la spinta dell’avversario.
Una spinta che, in realtà, non arriverà mai, se non nei minuti finali. Sul rigore di Insigne Pirlo è glaciale, nemmeno si smuove quando la palla si spegne fuori e segna, di fatto, la fine delle ostilità. La rete finale di Morata è la risposta della sua Juve, cinica e spietata.
Lui corre verso i suoi e sfoga oltre 90 minuti di tensione. Con un trofeo che ora può cambiare la stagione di una Juventus che ha già fatto di Milano e dell’Inter un lontano ricordo.