Uno stadio nel cuore pulsante di Padova, centro città. Con il Prato della Valle a soli tre minuti e Santa Giustina sullo sfondo, che spunta visibile. Uno stadio nuovo nuovo? Non proprio. Il nome dovrebbe ricordarvi vagamente qualcosa: Silvio Appiani. Quello del primo gol di Alessandro Del Piero tra i professionisti, delle magie di Galderisi, dei ricordi biancoscudati da... Serie A. La curva nord non c'è più, buttata giù. Sud piena di bambini delle giovanili del Padova. Ma lo spettacolo è la gradinata - l'unica agibile - completamente rifatta a nuovo e tirata a lucido: guardare per credere, nelle foto sotto. Presenti: circa 700 persone, tutti lì ad un passo dai giocatori. "Quel Padova-Barletta fu incredibile, giocavamo con una carica pazzesca, giocavamo con il dodicesimo uomo in campo: i nostri tifosi" commenta Carmine Parlato, presente oggi. In campo Italia-Francia U-18, partita totalmente a senso unico... per loro. Boutubba dell'OM (classe '98) il migliore in assoluto, imprendibile; ma sarebbe tutta la squadra francese a meritare menzione per qualità di gioco, possesso e gol. Finirà 1-2. Con un Roberto Baronio - ct azzurro - non propriamente soddisfatto. In tribuna molti procuratori importanti come Renzo Contratto oppure Silvio Pagliari ma anche direttori sportivi - Tesoro del Vicenza, Bonato ex Sassuolo - e dirigenti del Padova Calcio ossia Edoardo Bonetto, Carmine Parlato e Ottoni. Ma è l'Appiani a rubare la scena, stadio ristrutturato ma non ancora pronto (chissà se un giorno tornerà ad esserlo per davvero) per ospitare gare importanti. Ma con quel profumo di storia palpabile, tangibile: Nazionale che è tornata a giocarci dopo anni e anni, l'ultima volta di una squadra azzurra qui fu nel 1993, Italia-Portogallo U-21.
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