Nelle ultime settimane il Sassuolo ha cambiato passo. Il rientro dei tanti giocatori dagli infortuni è stata una manna dal cielo per Eusebio Di Francesco che ora può contare sull’organico quasi completo. Quel "quasi" è legato alle condizioni di Gregoire Defrel e Pol Lirola, entrambi nell’ultima settimana si sono allenati a parte e domani non saranno in campo nella sfida con il Chievo.
I neroverdi vogliono vincere per sorpassare in classifica la squadra di Maran, da qui a fine stagione l’obiettivo è scalare posizioni nella parte sinistra della graduatoria: “Il fatto di recuperare tanti calciatori – spiega Eusebio Di Francesco - che rientrano dagli infortuni sta aiutando a crescere di condizione la squadra. I risultati stanno arrivando e questo ci aiuta a livello psicologico. Bisogna continuare su questa strada anche nella sfida con il Chievo, una formazione che non prende gol da due partite. I clivensi hanno una loro filosofia, il Sassuolo ha la sua”.
Nelle precedenti stagioni il team emiliano ha avuto qualche flessione nelle partite post sosta natalizio, in questo campionato è accaduto il contrario: “Fa piacere aver invertito questa tendenza, significa che la squadra è cresciuta. In passato gennaio e febbraio per noi sono sempre stati i mesi più difficili”. Ci sono dubbi legati alla presenza di Defrel: “Quasi sicuramente non sarà del match di domani, in settimana ha lavorato a parte e la mia speranza è che rientri nella sfida di Udine. Sta facendo un lavoro specifico per questo”.
In stagione Di Francesco ha svestito il Sassuolo dall’abituale abito 4-3-3 vestendolo con un 4-2-3-1: “Il 4-3-3 è il nostro modulo, il cambio tattico era dovuto alle assenze. Ora dal gruppo mi aspetto la voglia e il desiderio di far male all’avversario”.
E’ in crescita Berardi che non segna da 166 giorni, una prolungata astinenza dovuta all’infortunio al ginocchio che l’ha tenuto fuori quattro mesi: “Non segnare può mancare, da lui mi aspetto innanzitutto le prestazioni, poi che presto arrivi al 100% della condizione. Domani farà un’ottima partita”.
Antonio Montefusco
