Leonardo Spinazzola corre forte, ma questo lo abbiamo già imparato a Euro2020. La sua intenzione, però, è di andare ancora più veloce, rientrando prima del tempo dal grave infortunio al tendine d’Achille subito contro il Belgio.
Il terzino della Roma, e della Nazionale, ha rilasciato un’intervista a Sportweek, ritornando sui momenti di gioia e di dolore degli Europei e guardando al futuro, per il quale assicura: “Mourinho e Mancini lo sanno: a novembre tornerò ad allenarmi e a dicembre sarò già in campo”. E l’allenatore portoghese, non a caso, lo ha già inserito nella lista Uefa per la Conference League.
Con Mourinho tutto è possibile
L’obiettivo di Spinazzola è quello di tornare il prima possibile, puntando al Mondiale del 2022, ma essendo anche una pedina importante per la stagione della Roma. La squadra è forte ed è partita bene. E con un allenatore come Mourinho, sognare non costa nulla: “Se dovessimo vincere lo scudetto – dice il terzino giallorosso – penso che dovrebbero rifare la povera città di Roma dopo quel doppio festeggiamento”.
"Da noi c'è la caccia a chi dare la colpa"
A proposito di celebrazioni, Spinazzola è ritornato sulla spinosa questione del giro d’onore per la Capitale dopo la vittoria di Wembley: “Anche il pullman normale, negli spostamenti, è stato circondato dalle persone. Da noi c’è la caccia a chi dare la colpa, ma è una cosa ipocrita, perché anche nelle sere precedenti gli italiani si sono riversati in piazza”.
"Un gruppo come quello dell'Italia non l'avevo mai visto"
La Nazionale quest’estate è stata tanto seguita anche per l’unione che dimostrava fuori dal campo. Spinazzola, però, è sicuro che basti meno per essere vincenti: “Non è necessario avere uno spogliatoio unito. Serve una squadra che in campo dia tutto, poi fuori puoi anche mandarti a quel paese. Certo, se invece vai anche a cena assieme, come noi, è ancora più bello. Nello spogliatoio dell’Italia eravamo scemi veri, perciò abbiamo trascinato gli italiani. Un gruppo così io non l’avevo mai visto”.