Seconda giornata fiorentina per Franck Ribery che, dopo l'accoglienza super al suo arrivo e i primi allenamenti in viola, si presenta in conferenza stampa. Sala ovviamente gremita, perché il colpo di mercato di Pradè e Barone non è di quelli banali, anzi. Dalle 20 i cancelli del Franchi si apriranno anche per i tifosi, pronti ad abbracciarlo ancora una volta direttamente dagli spalti.
"Era il 20 di giugno, ero appeno entrato in Fiorentina - racconta Pradè, che è seduto accanto al francese - parlai con Toni, mi chiese che piani avessi. Mi consigliò di prendere Ribery, mi assicurò che aveva ancora la fame del vincente. Io gli risposi che era un'operazione impossibile, poi vari vicende iniziarono a farmi pensare che fosse fattibile. Attraverso un amico comune, ho parlato direttamente con Franck. E quando ci parli, è impossibile non innamorarsene. Ha carisma, lo trasmetterà a tutti i nostri giovani. Per questo abbiamo preso questo campione".
Poi la parola la prende Ribery: "Voglio ringraziare la dirigenza. Abbiamo parlato tanto, alla fine abbiamo trovato l'accordo. Sono molto felice di essere qui, ho visto tanta motivazione e fiducia nei miei confronti. Questo è il motivo per cui sono qua. Poi mia moglie si trova benissimo, ama Firenze. Quindi ho pensato anche alla mia famiglia".
Sulla sfida con Ronaldo: "Sono venuto in Serie A perché ci sono grandi squadre. Ma sono qui per aiutare la Fiorentina, non per essere la concorrenza di Ronaldo".
Sul perché ha scelto l'Italia: "Il calcio è la mia vita, ho un grandissimo amore per questo sport, per il mio lavoro. Per questo ho deciso di restare in Europa piuttosto che accettare altre offerte. Mi piacerebbe giocare fino a 40 anni, come Totti, un campione che stimo moltissimo. Infortunio? Sì, mi sono fatto male a gennaio, ma poi ho risposto sempre presente quando sono stato chiamato in causa. Il mister del Bayern ha voluto fare altre scelte, puntando sui giovani. Ma sono pronto e ho molto voglia di giocare. Spero di essere ancora decisivo in campo. Vorrei dare qualcosa di nuovo a questa società, che ha tante ambizioni. Vorrei aiutarla a finire fra le prime cinque o tre della classifica".
Su cosa pensa di dare alla Fiorentina: "Sono molto motivato e ho sempre fame di giocare. Ho firmato un contratto di due anni per essere decisivo in campo ed aiutare i giovani a crescere. Vorrei anche portare qualcosa di nuovo alla società che ha tante ambizioni".
Sulla Serie A: "Si tratta di un grande torneo con grandi calciatori. L'Inter ha fatto un bel mercato come il Napoli e la Juventus, che si è ripetuta. Qui in Italia la gente ama e vive per il calcio. E' una bellissima esperienza e io voglio divertirmi in campo. Ci sono squadre che ogni anno lottano per vincere la Champions, questo la dice lunga sul livello della competizione".
Sull'accoglienza: "E' stata eccezionale, straordinaria. Qui si vive per il calcio, mi ricorda un po' Marsiglia. Questo mi spinge a dare il massimo e alottare per la nostra maglia".
Se ha pensato di tornare in Francia: "Sì, ci sono stati contatti, però volevo scegliere un altro campionato. Mi piace la mentalità di Firenze e la città è bellissima.Toni? E' un fratello, ci sentiamo spesso. E ho parlato anche con Frey, che mi ha detto che mi divertirò moltissimo qua".
Se si sente pronto per giocare con il Napoli: "Ho trovato un gruppo bellissimo, tutta la squadra tre giorni prima mi ha mandato un video verso le dieci di sera. Mia moglie pure lo ha guardato e da lì abbiamo deciso. Mi sono allenato tanto da solo in estate, ma non mi sento pronto per giocare già sabato. Allenarsi con i compagni è totalmente diverso. Non so quanto ci metterò ad essere al top, se cinque giorni, una o due settimane. Se il mister mi dice che ha bisogno io vado, perché sono così. Ma non sono pronto anche se risponderei presente".
Sulla sfida del 2010 e il clamoroso errore di Ovrebo: "Me la ricordo bene quella partita. I tifosi erano molto caldi. Abbiamo avuto la fortuna di passare il turno ma fu una partita molto combattuta".
Su come si diventa Ribery: "I giovani di oggi sono molto diversi rispetto a quando lo ero io. Nel 2006 giocavo con Zidane, Vieira, Trezeguet. Loro mi hanno insegnato tanto e io voglio fare lo stesso. I ragazzi devono avere sempre la fame di giocare. Oggi vediamo giovani che dopo 3 partite pensano di essere arrivati. Non è così, si devono allenare. Io sono arrivato a vincere tutto perché mi sono allenato ogni giorno".
Su Chiesa: "Quando ho parlato con Barone e Pradè, loro mi hanno racontato da subito di Chiesa, dicendomi che si tratta di un ragazzo giovane e molto forte. E' veloce, ama il dribbling. Mi piacerebbe aiutarlo, lui può chiedermi tutti i consigli che vuole in ogni momento".