"Chiuderò la carriera a Cagliari". Lo dice spesso Radja, arrivato in Sardegna ragazzino, e partito uomo, contro la sua volontà. Tutto vero, poco spazio alla banalità. La sua storia e i suoi affetti dicono che per il "Ninja" la maglia rossoblù non può essere come le altre. Nainggolan arrivò a Cagliari nel 2010: "Un ragazzo timido, che durante gli allenamenti si trasformava: potenza, tecnica, personalità". Look stravagante e qualche tatuaggio, sicuramente molti meno di quelli del Radja versione "rettile" ammirato a Roma. Poco spazio all'inizio, il centrocampo di "intoccabili" come Fini, Lazzari, Conti, Biondini, Cossu al top della loro carriera, lasciò da subito poche speranze per una maglia da titolare. "Ragazzino, datti da fare...". Tuttavia i mostri sacri dello spogliatoio rossoblù, alcuni con già alle spalle più di 400 partite in serie A, presero da subito in simpatia il "ragazzino", che dimostrò immediatamente grande personalità. L'esordio in serie A e con la maglia dei sardi arrivò il 7 febbraio del 2010 contro l'Inter, che poi avrebbe vinto il "triplete": appena 6 minuti, giusto per rompere il ghiaccio.
In Cagliari-Bari del successivo 14 febbraio un solo giro di lancetta: troppo poco per emergere. Nainggolan sentiva la pressione, i pochi minuti concessi da Allegri dovevano diventare speciali: Chievo Verona-Cagliari l'occasione giusta. "Radja, riscaldati...". Stavolta i minuti erano 30, la chance era da non perdere. Il numero 28 scese in campo carico a mille, forse troppo e i due gialli nel giro di otto minuti furono la conseguenza: Il 2 a 1 di Granoche punì poco dopo il Cagliari. La doccia anticipata non era bastata per stemperare la rabbia, Radja nel post gara era inconsolabile: "Piangeva sopra il baule del pullman rossoblù, non si dava pace, nonostante gli incoraggiamenti dei compagni e dei dirigenti, impressionati dalla scena: il piccolo guerriero era disperato". La scintilla con Cellino non scoccava: "troppi tatuaggi e via quelle scarpe viola...". Già, le Nike Mercurial colorate avevano fatto la loro comparsa, il presidente rossoblù le fece sparire: "sequestrate, le rivedrai a fine stagione!". Durante un allenamento le scarpe viola, gialle e fuxia finirono dentro uno scatolone: "Solo quelle bianche...". La scaramanzia di Cellino è cosa risaputa...
Ma il belga-indonesiano reagì subito da campione: un "cavallo di razza" scalpitava sul prato di Asseminello. Tuttavia con Allegri non c'era verso. Biondini-Conti-Fini-Cossu... per il "Ninja" non c'era spazio. Almeno fino al 28 maggio del 2010, quando successe l'impensabile. Tanti infortuni portarono l'attuale allenatore della Juventus a prendere la decisione: "Nainggolan, c'è posto per te...". Sampdoria-Cagliari era in programma proprio il giorno dell'ora legale, orologio da spostare di un'ora. Mario Brkljača e Radja, all'epoca inseparabili compagni di stanza,se ne dimenticarono... "Dove cazzo è Nainggolan???" urlò Allegri per il ritardo clamoroso alla riunione tecnica pre-gara. Risultato? Tribuna e fuori rosa: il giorno tanto atteso si trasformò nell'incubo peggiore.
"Con noi ha chiuso...": Cellino era veramente arrabbiato, ma dopo un mesetto di trattative il ds dei rossoblù Francesco Marroccu riuscì a convincere il presidente: "Teniamolo, non se ne pentirà...". Il 2 maggio, in occasione di Cagliari-Udinese, la gara della svolta. Nainggolan entrò all'inizio del secondo tempo al posto di Larrivey e incantò tutti. "Ma quanto è forte?": Cellino si stropicciò gli occhi. Allegri non c'era più: fu il duo Festa-Melis a dargli una nuova opportunità. Da quel momento non ci furono più discussioni e Radja diventò un titolare inamovibile: 137 partite, 7 gol e 6 assist, con Nainggolan idolo del Sant'Elia. Per Cellino quel "ragazzino indisciplinato" era diventato un "crack". Dopo 4 stagioni la decisione: "Radja, cosa ci fai qui? Vai a giocare la Champions e per lo scudetto". Inter, Juventus, Milan, Roma e Premier volevano ricoprire d'oro il Cagliari: Radja, a malincuore, lascia i rossoblù e sceglie la Roma. Il resto della storia è noto...
Quello che invece non tutti conoscono è l'altruismo, la sensibilità e la lealtà del campione belga. Nainggolan ha lasciato Cagliari in lacrime e nessuno si è dimenticato di lui: amore reciproco. "Una persona che fa del bene e lo fa in silenzio...". I tifosi rossoblù lo adorano, la curva lo rispetta, cosa rara per gli ex: "Solo per chi lo merita veramente... Radja si è sempre dimostrato un ragazzo d'oro, simpatico, generoso, umile e disponibile. Un campione 'alla mano' e un professionista esemplare: ha dato tutto per questo club". I racconti si susseguono, con tanti aneddoti e curiosità:" E' imbattibile a biliardo, buche strette e buche larghe. Adora il sushi e la pasta. Fa spesso tappa al Microcitemico, con maglie del Cagliari e della Roma. E non si contano i messaggi e video di incoraggiamento e di solidarietà".
Tifoso speciale del Sant'Elia Calcio, Nainggolan non si è mai sottratto quando si è trattato di sostenere economicamente il club. Neanche il terremoto dell'Emila e l'alluvione in Sardegna del 2013 hanno lasciato impassibile Radja. L'ex numero 4 dei rossoblù ha raccolto tutte le maglie dei compagni, le ha fatte firmare e le ha messe all'asta (oltre a contribuire in modo sostanzioso di tasca...): tutto il ricavato è andato ai meno fortunati. "Il look non dice niente di lui": già, l'abito non fa... il "ninja". Cappellino girato, vestiti larghi, cresta, difficile non riconoscerlo per le vie di Cagliari. E i tatuaggi? Il più importante lo fece in Sardegna. Dopo la morte della madre, nel 2010, si è fatto tatuare le ali di un angelo in suo ricordo. Ma non è mai stato solo... La città lo ha adottato, come un altro grande idolo rossoblù del passato. "Tornerò a Cagliari per chiudere la carriera": adesso sappiamo perché...