C’è una leggenda sull’Oceano e una all’Allianz Stadium, a lui la regia. Entrambi “pianisti”, uno al pianoforte e l’altro in campo, stesse note e stessi soprannomi. Perché entrambi, chi col pallone e chi coi tasti, toccano corde irraggiungibili rendendo unici i propri settori, tra film e realtà. Novecento e Miralem Pjanic, TD Lemon e il “Pianista” Mire, il primo forgiato “da una penna” e l’altro dalla Bosnia. Uno sa “leggere la gente” e l’altro tiene i ritmi di una grande Juve.
Entrambi, però, non amano i riflettori e neanche i piedistalli, gli occhi addosso, quel “wow” del pubblico dopo una sigaretta accesa sulle corde di un piano. O un “golazo” alla prima gara dell’anno all’Allianz Stadium. Destro al volo e Juve vittoriosa, 2-0 alla Lazio di Inzaghi, coraggiosa e battagliera (ma imprecisa). Mandzukic mette l'ultimo sigillo e chiude la porta, 6 punti in due partite. Tutto secondo copione.
Pjanic “oscura” il debutto in casa di Cristiano siglando un bel gol ed esultando a modo suo: “Visto? Sentito?”. Mima un gesto e si prende gli applausi, anche l'ovazione al momento del cambio. Una fiammata che squarcia la monotonia, o la routine. I riflettori erano tutti per CR7, gli occhi dei bambini volti al portoghese, ma alla fine segna “Mire”. Prima rete della stagione, primo squillo davanti ai suoi tifosi, pronto a festeggiare il rinnovo fino al 2023. “Pjanic se queda”. Ormai va di moda dirlo. In estate ha scacciato i fantasmi di Chelsea e Barcellona, è voluto restare alla Juve perché alla fine è casa sua: "Ringrazio la società, qui sto bene e spero di restare a lungo. Dedico il gol ai compagni e ai tifosi". Umile, anche nella scelta delle parole.
Oggi piazza il primo acuto nel CR7-Day. Curioso, perché da un punto di vista caratteriale – unito alla vita di tutti i giorni – Pjanic è l’antitesi di Cristiano. Il discorso è quello di prima: riflettori da un’altra parte, low profile, tranquillità, vita in famiglia. Ma in campo è lui che detta il ritmo. Un faro illuminato giorno e notte, un rifugio quando il gioco si fa duro. Sicurezza vera. E oggi anche un golazo. Una perla luminosa, nel silenzio di Mire, che stavolta "abbaglia" anche Cristiano.