“Il calcio è arte e poesia, diverte e stupisce. È l’emozione reciproca tra noi e i tifosi”. A parlare è Matteo Pessina, che di emozioni negli ultimi anni deve averne vissute molte. Il trequartista dell’Atalanta, dopo essere esploso nello scorso campionato con il Verona, ha fatto rientro alla base diventando uno dei punti fermi della formazione di Gasperini.
L’allenatore di Grugliasco lo ha sempre tenuto in campo negli incontri cruciali di questa stagione, a partire da quelli in Europa contro il Liverpool: “Se non ci fossi stato io, magari avremmo vinto lo stesso – continua il centrocampista classe 1997. Certo, sono contento di aver giocato delle partite che sognavo fin da piccolo e forse quella con il Real Madrid è quella che sognavo più di tutte. Mi ispiro a Toni Kroos”.
E domani sera il sogno diventerà realtà, perché i nerazzurri ospiteranno i Blancos per gli ottavi di finale di andata di Champions. “Lasciamo stare le assenze del Real, dobbiamo affrontarlo come abbiamo fatto con tutti senza snaturare il nostro gioco. Loro hanno forma fisica e organizzazione tattica, attuano un pressing altissimo sull’uomo mettendo gli avversari in difficoltà”.
Una visione degli spazi in campo che per Pessina parte da lontano: “Mi piace pensare che lo studio mi sia servito a tenere la mente allenata sul campo. L’ho detto ai ragazzi del mio vecchio liceo che se si punta solo sul calcio si rischia di andare allo sbando. Ora studio economia per un futuro dirigenziale, ma avrei fatto volentieri architettura se non avessi avuto l’obbligo di presenza”.
Da qui la passione per l’arte. “In camera ho appeso la riproduzione di un quadro di Van Gogh. Anche il calcio è arte. Non so se il talento si può imparare, l’eleganza e i movimenti sono innati. Però anche lavorare duro è un talento: penso sia il mio. Il nostro artista in squadra? Ilicic, coi piedi disegna capolavori”.
L’intervista completa sulle pagine di Repubblica