Le parole dell'ex difensore del Manchester United ai microfoni di Gianlucadimarzio.com
È tempo di nazionali. E ai microfoni di Gianlucadimarzio.com è intervenuto Paul Parker, ex calciatore dell'Inghilterra e pilastro del Manchester United degli anni '90. Dalla questione legata a Ben White fino all'Arsenal, club che affronterà l'Atalanta in Champions League.
"White caso curioso. Ha mancato di rispetto"
A poche ore dalla sfida di Nations League tra Inghilterra e Scozia (gara giocata da Parker a Italia '90), l'ex calciatore ha voluto dire la sua su White, difensore dell'Arsenal che continua a rifiutare le convocazioni in Nazionale nonostante gli addii di Gareth Southgate e Steve Holland. "Un caso molto curioso". Il classe 1997, durante il Mondiale in Qatar, lasciò il ritiro della sua nazionale dopo un diverbio proprio con Holland. "Litigò con un membro dello staff. Facendo così diede il potere a qualcuno di farlo fuori... Però se davvero ci teneva non avrebbe mai permesso ad altri di mettergli i bastioni tra le ruote. Se merita un altra chance di tornare? - si chiede Parker - Solo se le sue prestazioni dovessero essere buone. Non per obbligo, solo perché c'è un nuovo commissario tecnico alla guida".
"Lasciando il ritiro - continua l'ex calciatore - White ha mancato di rispetto alla sua nazionale. Si vocifera che qualcuno abbia attaccato lui o la sua famiglia... Ma Ben ha mollato il suo paese in un momento dove stava crescendo come terzino. Non vedo perché qualcuno dovrebbe fare carte false per reintegrarlo, con la promessa di giocare. Sarebbe una mancanza di rispetto verso lo staff che c'era prima."
"Ci sono diversi esterni, come Rico Lewis ad esempio, che stanno facendo molto bene". Afferma Parker. L'ex difensore dello United spiega l'importanza di essere un calciatore dei Gunners. "White gioca per una squadra, l'Arsenal, che chiuse al secondo posto nelle passate due stagioni. Se indossi la maglia di un club che vince quasi tutte le partite, aiuta. Ma per me non è il miglior terzino che abbiamo in questo paese. Se si è montato la testa? No, chi gioca a questi livelli deve avere un po' di arroganza... Ma la chiamerei piuttosto fiducia nei propri mezzi. Lui sicuramente crede in sè e ha il proprio stile. Pensa di essere più forte dell'avversario e che l'Arsenal sia superiore... E non c'è niente di male".
Parker continua. "Cerca spesso la conclusione e gli piace duettare nell'area di rigore. Però non mi definisco un esperto quando c'è da giudicare un terzino. Ai miei tempi bisognava difendere e tutto quello che riuscivi a fare nell'altra metà campo era un bonus. Il ruolo del terzino è cambiato e la fase d'attacco è indispensabile al giorno d'oggi. Però come conseguenza tanti terzini soffrono la fase difensiva".
Da Wright a Sancho e Sterling: "Vi dico la mia"
Non solo White. Anche Ian Wright, storico attaccante inglese dell'Arsenal, non è mai entrato nei piani della nazionale. "Ian aveva altri giocatori davanti a sé. Nonostante la valanga di gol che segnava con i Gunners non lo vedevano come un titolare a livello internazionale. È tutto una questione di opinione. Un ritorno di Sancho e Sterling dopo il cambio di squadre? Dipende dalle prestazioni".
Entrambi i giocatori inglesi, infatti, hanno firmato con due nuovi club: il primo ha scelto il Chelsea. Il secondo, invece, si è trasferito all'Arsenal. "Sancho non è mai stato veramente imprescindibile per la nazionale. Jadon con la maglia dell'Inghilterra non ha mai fatto vedere niente e perciò prima deve meritarsi la convocazione dovendo però superare una concorrenza molto agguerrita. L'Inghilterra ha moltissimi esterni. Sterling? Qui conta la continuità - dice Parker - Raheem davanti alla porta non è mai stato efficace. Al Chelsea il suo 'finish' era davvero al di sotto degli standard richiesti. A Pochettino il giocatore non piaceva mentre Maresca gli ha fatto capire chiaro e tondo che non era adatto. Per Raheem tutto passerà dal guadagnarsi un posto da titolare nell'Arsenal... Prima di poter pensare a un ritorno. Guardiola non lo vedeva più perché forse non poteva più garantirgli quello che cercava. E così Pep decise di voltar pagina prendendo qualcun altro. Ma magari Raheem aveva smesso di ascoltarlo."
A cura di Alessandro Schiavone