Una serata speciale, quarant'anni dopo, una reunion per celebrare e ricordare la Lanerossi Vicenza. Tanti ricordi e aneddoti al Teatro Olimpico, con Paolo Rossi protagonista sia sul palco che ai microfoni di Sky Sport 24: "Ecco qui la maglia, una maglia storica. Quella squadra, oltre che sulla qualità, era costruita su rapporti umani solidi e veri. Quel Vicenza è una di quelle cose magiche difficili da spiegare. Una squadra di provincia arrivata seconda, simpatica e che non dava fastidio a nessuno. C'era un'alchimia magica. Una provinciale che fa bene come noi, oggi? Oggi il divario tra le grandi e le piccole società è aumentato, è troppo grande. Allora si potevano fare belle squadre anche in provincia, oggi è molto più difficile pensare di lottare con le prime."
Dal passato al presente, esiste un Paolo Rossi di oggi? "Forse con le mie caratteristiche no, ma ci sono comunque grandi attaccanti italiani, come Belotti e Immobile. Due ragazzi straordinari, abbiamo una Nazionale fantastica e otterremo grandi risultati". Grandi attaccanti, come lo fu lui. E pensare che a scoprirlo centravanti fu proprio l'allenatore di quel Vicenza, Giovan Battista Fabbri: "Avevo fatto il settore giovanile alla Juventus e tutte le nazionali da
ala destra, poi sono arrivato a Vicenza mi disse: 'tu puoi fare il centravanti'. Io ero spaesato, poi
abbiamo cominciato a vincere partite e io ho cominciato a far gol, poi da lì nessuno mi ha
tolto il posto."
Infine un commento anche sull'attualità: "Il più forte attaccante in Italia in questo momento? Faccio due nomi, Higuain e Belotti, che se la giocano alla pari. Belotti è un mix tra Vieri e Vialli." E su Juve-Barcellona: "Cinquanta e cinquanta di possibilità. La Juve ne ha di più rispetto alla finale di Berlino".