Un diritto acquisito nel corso del tempo che ha come filo conduttore solamente le dimensioni dell’impianto (superiore a 50 mila posti) e i terreni sui quali verrà costruito, quelli di Tor di Valle. Intorno è cambiato tutto per Pallotta. La matita dell’archistar Dan Meis aveva disegnato un progetto avveniristico, nel quale tre torri adibite ad uffici sormontavano l’impianto di gioco. Le diverse tappe del progetto hanno però ridotto le cubature, ovvero il volume di metri cubi da costruire, italianizzandolo e rendendolo più in linea con il contesto cittadino circostante.
Le tappe del progetto
Il 30 dicembre del 2012 in una conferenza congiunta tra Orlando e Roma l’allora sindaco Gianni Alemanno e James Pallotta annunciano che entro il 2017 la Roma giocherà le proprie partite interne all’interno del nuovo stadio e Totti riuscirà a giocarci la sua ultima partita. Intanto l’ex capitano giallorosso si è ritirato ed è ormai un dirigente e la sua ultima partita l’ha dovuta disputare all’interno dello Stadio Olimpico.
Nel dicembre 2013 il presidente giallorosso Pallotta presenta al nuovo sindaco Ignazio Marino il progetto, due settimane prima dell’approvazione della legge sugli stadi.
Nel 2014 la presentazione ufficiale del plastico che fa immaginare concretamente ai tifosi giallorossi come sarà la loro futura casa. In seguito la Giunta comunale riconosce l’interesse pubblico, iniziano però i primi problemi con i due esposti del Movimento Cinque Stelle e del Comitato residenti Tor di Valle.
Nel 2015 iniziato i rilevamenti tecnici con le analisi geologiche, ma è anche l’anno della sfiducia ad Ignazio Marino.
Nel 2016 la nuova sindaca Virginia Raggi nomina come assessore all’urbanistica Paolo Berdini, da sempre contrario al progetto. A novembre si apre la Conferenza dei Servizi, all’interno della quale i vari istituti sono chiamati ad esprimere il loro parere.
Nel 2017 si chiude la Conferenza dei servizi con un parere non favorevole del comune per il riconoscimento dell’interesse pubblico. Viene inoltre respinta la richiesta di Berdini di apporre un vincolo storico alla tribuna dell’ippodromo abbandonato che sorge sui terreni di Tor Di Valle costruita dall’architetto Julio Garcia Lafuente. Il progetto viene dunque rivisto con il risultato di ridurre le cubature del Business Park e la conseguente eliminazione delle tre torri. La seconda Conferenza dei Servizi chiamata a pronunciarsi sul nuovo progetto approva le modifiche, sia dal punto di vista infrastrutturale che della mobilità con la previsione che almeno la metà dei tifosi giunga allo stadio con mezzi pubblici e che il governo si impegni a sostenere i costi per la realizzazione del Ponte di Traiano.
Lo scorso invece è stato un anno che ha visto l’approvazione della variante urbanistica per la realizzazione del Ponte dei Congressi, la banchina del Tevere e l’adeguamento del Ponte della Magliana.
I problemi
I problemi fin qui analizzati nel corso di questi anni hanno preso a riferimento diversi aspetti inerenti la zona nella quale sorgerà l’impianto.
Si è parlato di rischio idrogeologico, non tanto per la zona limitrofa all’ansa compiuta dal fiume Tevere, bensì dal Fosso del Vallerano un piccolo affluente del fiume che dovrà essere messo in sicurezza.
Tra le criticità c’è anche quella del traffico. Dopo la relazione del Politecnico di Torino si parlava di una situazione catastrofica all’interno di un quadrante interessato da arterie già altamente intasate come il Grande Raccordo Anulare, la Roma-Fiumicino e la Via Ostiense. La soluzione sembrerebbe però trovarsi in un’offerta plurimodale di mobilità. Ad oggi le aspettative sono quelle secondo le quali il 50% dei tifosi possa giungere allo stadio attraverso il trasporto pubblico in particolare quello su ferro. I proponenti hanno infatti proposto di rinforzare la linea Roma-Lido (la ferrovia che collega Roma a Ostia) e trasformare la fermata Tor di Valle in una vera e propria stazione. Dovrà dunque essere implementata la capacità della linea per sopportare la frequenza di passaggio di treni e tifosi durante lo svolgimento delle partite.