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La rivincita di Burn: faceva il commesso, ora è l’eroe del Newcastle

Il Newcastle batte il PSG anche grazie al “gigante buono” Burn: il dito della mano in meno, il gol a Wembley e il balletto di Fortnite

Nella scorsa stagione, aveva mandato il Newcastle in semifinale di Carabao Cup con un gol alla Mbappè: percussione, slalom in mezzo a due e palla sul secondo palo. Ora Dan Burn, un terzino sinistro alto più di due metri cresciuto nelle serie minori inglesi, lo ha affrontato il francese e gli ha anche segnato. I Geordies hanno vinto contro il Paris Saint-Germain per 4-1 e la prima vittoria del Newcastle in Champions League dopo 20 anni arriva anche grazie al “gigante buono”.

 

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Dal “no” del Newcastle alla Promozione inglese

201 centimetri di cuore Magpies. Il papà lo cresce a pane e Alan Shearer. La prima volta che realizza il sogno di indossare la maglia del Newcastle si trasforma in incubo. Entra nell’academy del club, ma a 11 anni viene scartato. Il calcio lo prende più come divertimento, come ha confessato anni dopo ammettendo che la scelta della squadra era stata giusta. Sembra che il destino di Dan non sia fatto per il calcio, e i segnali sono evidenti. A 13 anni perde l’anulare della mano destra: mentre saltava una staccionata, l’anello che portava a quel dito si impiglia e glielo taglia. Tre anni dopo inizia a lavorare nella catena di supermercati inglesi Asda. Nel frattempo continua giocare nei campetti di Newcastle ed è qui che viene notato da uno scout del Darlington. 

 

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La squadra giocava nell’allora Conference League, l’attuale National League North (l’equivalente della Promozione in Italia). In appena due anni con il Darlington (dove al primo retrocede), arriva la chiamata del Fulham. Dal sesto livello del calcio inglese alla Premier League. I Cottagers lo mandano in prestito allo Yeovil, in League One. All’esordio fa un autogol all’86esimo, ma poi segna il suo primo gol tra i professionisti un minuto dopo. L’inizio di una stagione da sogno che si conclude con il suo gol decisivo a Wembley nella finale dei playoff contro il Brentford. Dopo il prestito al Birmingham, torna stabile al Fulham. Ma ancora una volta, alla prima stagione, retrocede in Championship.  

Il bacio del tifoso e la “cura” Potter

I segnali di una grande carriera non sono dalla parte di Dan Burn. Lui lo prende ancora come un divertimento. Nel 2016 passa al Wigan dove è protagonista della storica semifinale di FA Cup contro il Manchester City. Eliminati i Citizens dal torneo, c’è l’invasione di campo e un tifoso lo bacia. Come la principessa e il ranocchio, è da quel bacio che forse scocca la scintilla. Non tanto con il tifoso, quanto per il calcio. Al Wigan trova l’ambiente perfetto per costruirsi come giocatore. Ora non è più solo un divertimento. 

 

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Arrivato al Brighton, Potter lo responsabilizza. Gli affida le chiavi della difesa di una delle squadre rivelazione della Premier League. È la grande occasione che Burn non sciupa. Tre stagioni di altissimo livello, difficile non notarlo. Quel Newcastle tanto amato bussa alla porta dei Seagulls per riprenderselo a 19 anni di distanza. 13 milioni di sterline per riportare il difensore a casa e il contratto depositato a un quarto d’ora dalla fine del calciomercato.

Il sogno di Burn

Negli spogliatoi, aveva festeggiato il primo gol con la maglia del Newcastle con un balletto di Fortnite. Un modo strano, come tutta la sua carriera. Nella scorsa stagione è stato tra gli assoluti protagonisti del ritorno in Champions dei Geordies, e ora se la sta godendo come non mai. Prima l’emozione di giocare a San Siro, che non è mai uno stadio qualunque per un tifoso del Newcastle specialmente dopo quel pareggio del 2003 contro l’Inter. Poi il gol del doppio vantaggio contro il PSG. La persona più lontana dall’immaginario comune del calciatore segna e sta vivendo il sogno.