Due stagioni alla Juventus. Tanta l'ambizione, tanti i sogni, ma alla fine c'è sempre un certo Gigi Buffon con cui fare i conti. E se sei portiere come lui beh, è difficile giocare con continuità. Norberto Neto c'è stato due anni a Torino. Qui ha condiviso vittorie, trofei e anche la delusione di Cardiff. Qui, poi, non ha giocato quanto sperava. Ventidue partite, con quindici gol subiti e tredici gare concluse a rete inviolata. C'è a chi è andata peggio negli anni passati, ma lui voleva di più: "Quando passi due anni senza giocare, hai troppo tempo per pensare. Io l'ho fatto e sapevo cosa volevo". Più minuti e una maglia da titolare. Essere protagonista in una squadra capace di lottare per traguardi importanti. Ha trovato tutto questo nel Valencia, come spiegato in una lunga intervista concessa a Marca: "Sono molto contento e questo lo si vede poi anche in campo. Ho ritrovato la gioia dopo due anni in cui non ero contento di quello che stavo facendo. Qui ho trovato una buona squadra, idee nuove e un progetto interessante. Ho riflettuto tanto in estate. Ho pensato alle mie esperienze passate, ai compagni e alla storia di un club che, oltre ad avere una grande tradizione in Spagna, ti offre le giuste condizioni per lavorare e divertirti". Perché alla Juventus non è che stesse male: "Ma non mi sentivo a mio agio - continua - volevo scrivere la mia storia e avevo bisogno di un posto che mi permettesse di farlo. Arrivi qui e senti amore, passione e fiducia. Così è più facile per un giocatore mostrare e liberare tutto il suo potenziale". Ventotto presenze in Liga, quarto posto in classifica e piena lotta per l’Europa che conta. La convocazione in Nazionale a confermare quanto di positivo fatto in questi mesi: "Sono molto contento di essere entrato in un gruppo che sembrava chiuso e definito - le sue parole - quando è cambiato l'allenatore io ero alla Juventus e non giocavo. Ho perso quel treno, perché era normale non puntare su uno come me. Adesso però ci sono e spero nel Mondiale". Un pensiero inevitabile anche ai due giorni di Champions, che per adesso deve accontentarsi di guardare dalla televisione. E ai suoi ex compagni non è che sia andata bene, anzi. Tre gol del Real e un super Ronaldo: “Ma questo è il calcio – afferma Neto – l’anno scorso la vittoria per 3 a 0 contro il Barcellona e quest’anno è andata così. Un giorno vinci e un altro perdi, è la bellezza di questo sport. Quando poi giochi ad alti livelli può succedere di tutto.”. Può succedere anche che un ragazzo di ormai 33 anni, portoghese e con il sette sulle spalle, ti faccia gol in rovesciata, a quasi tre metri di altezza: “All’inizio ti fa inc… (ride n.d.r). Poi a fine partite, quando non hai più l’’adrenalina addosso ci puoi pensare con più tranquillità. Alla fine siamo preparati a tutto perché, ripeto, il livello è molto alto”
Data: 05/04/2018 -