Dalot come il suo idolo Maicon: la prima a San Siro è uno show
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Data: 29/10/2020 -

Dalot come il suo idolo Maicon: la prima a San Siro è uno show

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Lo hanno paragonato un po' a Cancelo e un po' a Dani Alves, anche se il suo idolo è sempre stato Maicon. E se Diogo Dalot - nella gara di esordio contro il Celtic - aveva sofferto Laxalt e non aveva spinto come invece sa fare, con lo Sparta Praga ha imitato il brasiliano ex Inter. Sull'altra fascia, perché Pioli lo ha schierato a sinistra e non a destra, dando un po' di riposo a Theo Hernandez, che non iniziava dalla panchina proprio dal derby del 21 settembre 2019. Dalot ha preso in prestito un colpo anche da Quaresma, il che non sorprende dato che da ragazzino guardava sempre la Serie A in tv. Al 57' bellissimo l'assist di esterno con cui ha servito Leao per il più facile dei tap-in. Con il Celtic non ha attaccato sulla fascia? Benissimo, lo ha fatto al 66' su invito geniale di Bennacer, senza lasciare scampo al portiere Heca

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Pupillo di Mourinho

Un gol e un assist. Al Praga, che per una lettera si distingue da Braga, dove Diogo ha tirato i primi calci al pallone prima di passare dieci anni al Porto e di far innamorare Mourinho, il quale lo pretese per il suo United dopo che il classe 1999 aveva collezionato appena otto partite con i grandi: "E' il miglior giovane terzino di Europa, resterà qui per 10 anni", disse lo Special One, giustificando un investimento da oltre 20 milioni di sterline per un ragazzo nemmeno ventenne. Da lì un bel feeling con lo spogliatoio, gli scherzi condivisi con i tanti compagni portoghesi e le ore davanti a Netflix per Bird Box. Ma anche le difficoltà e gli infortuni che, insieme all'esonero di Mourinho, lo porteranno sempre più lontano dal mondo Red Devils. Infine l'arrivo di Solskjaer, che chiede e ottiene Aaron Wan-Bissaka. L'anno scorso appena 577', poi il Milan che lo prende in prestito nelle ultime ore del mercato estivo. 

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Maledetti infortuni

“Difficile arrivare in una grande squadra, ancora di più restarci”, disse non appena arrivò a Manchester, la sua squadra del cuore. Ci giocava Ronaldo, il suo mito. Alla play sceglieva sempre i Red Devils, chissà quante partite contro il Milan in camera durante il ritiro per l'Europeo U17 del 2016. Il suo Portogallo lo vince e lui è lì che si convince di poter fare strada nel calcio, perché segna in semifinale e finale con Olanda e Spagna. I rossoneri sperano in un anno da protagonista, che sia immune da infortuni. Quando giocava in Premier, preso dalla disperazione per l'ennesimo stop, volò in Cina da Eduardo Santos, il fisioterapista dello Shanghai SIPG definito “Medico dei miracoli”, per risolvere un problema all’anca. Era il settembre del 2019, qualche mese prima - con parte del primo stipendio ricevuto dallo United - aveva regalato un pullman alla Fintas Football School, la sua prima squadra lasciata a nove anni per andare al Porto, il quale sul momento non pagò nulla.

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Da cardiopalma 

Goloso di merluzzo portoghese e di bacalhau, a Milano sentirà l'inevitabile mancanza delle spiagge del Sud del Portogallo, dove andava da bambino e dove impiegava 5 minuti prima di abituarsi all’acqua fredda dell’Oceano. Ci ha messo poco per metabolizzare l'emozione della prima a San Siro: le note di Lil Baby e delle Ha-Ash nelle cuffie, anche un po' di fado portoghese, la sua passione. Poi gli scarpini e via sulla fascia sinistra, a segnare e far segnare. Da cardiopalma, infatti esulta misurandosi il battito con indice e medio sul collo. Un esordio così alla Scala del calcio non capita tutti i giorni. 



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