Una partita difficile, che il Milan ha rischato anche di perdere. Ma che alla fine è riuscito a portare a casa: il girone di ritorno dei rossoneri ha numeri importantissimi, ma Gattuso non vuole sentirli: "Dobbiamo guardare avanti, i numeri restano per quando li guarderemo tra qualche anno - ammette l'allenatore rossonero a Sky Calcio Show - oggi sapevamo che sarebbe stata una partita di sofferenza. Il Chievo ci ha messo in grandissima difficoltà, noi palleggiavamo in modo blando. La sosta arriva nel momento giusto perché siamo stanchi. Oggi non potevamo sbagliare, il pareggio non sarebbe servito a nulla". Il solito Gattuso, che nei minuti finali se l'è presa con il team manager perché non veniva chiesto al quarto uomo quanto mancasse alla fine: "Mi hanno fatto diventare scemo, è andata bene che non gli ho spaccato il telefonino per terra...".
"Ringhio" sorride meno quando si parla della non-convocazione di Kalinic: "Non porto rancori e domani è un altro giorno. Con Kalinic non ho mai avuto problemi e da domani sar nuovamente a disposizione per il suo percorso di crescita. Ma io ai giocatori chiedo solo una cosa: quando si scende in campo e metto il fischietto in bocca voglio vedere gente che si allena a mille all'ora. Quando ti alleni male manci di rispetto a tutti e io voglio essere coerente con tutto il gruppo: chiedo professionalità e impegno, chi non si allena come dico io non viene convocato". Un Milan che si conferma in piena lotta per la Champions, forse andando oltre le aspettative che c'erano qualche mese fa: "Non avevo aspettative, vivo alla giornata. Sapevo che dovevamo migliorare fisicamente e mentalmente, diventare squadra. Abbiamo lavorato ogni giorno su questi aspetti. Ora siamo stanchi, dobbiamo recuperare tanti giocatori e lavoreremo sulla qualità".