Buio. Pesto. Da sosta a sosta nessuna vittoria. Dal primo al quarto posto potenziale, in caso di vittoria del Napoli domani contro l’Empoli. Un Milan che stacca la spina in maniera quasi insensata vista la prestazione del primo tempo e soprattutto la partita di martedì contro il Paris Saint-Germain. Partita che rimarrà un bagliore in un momento nero della stagione rossonera.
Due rimonte subite da doppio vantaggio in quattordici giorni. Un Milan che entra in campo con il giusto mordente, la sblocca, raddoppia, sembra divertirsi ma non la chiude. Un Milan che poi prende gol per una disattenzione e da lì non reagisce più. Anzi, si spegne totalmente. Due gol subiti in quattro minuti a Lecce, due in tredici a Napoli. Un problema che si ripropone. Forse di atteggiamento al rientro dagli spogliatoi, forse convinzione di averla già vinta con un tempo da giocare. E la prima difficoltà era arrivata subito: l’infortunio di Leao per risentimento al flessore destro dopo nove minuti. La reazione c’era stata, poi nuovo, pesante, blackout.
Leggerezze imperdonabili per una squadra che vorrebbe ambire allo scudetto. Come le marcature troppo larghe sul calcio d’angolo che riapre la partita o Theo Hernandez che rimane per terra e non rientra nella zona dalla quale poi Banda segnerà, con Musah che perde una palla sanguinosa nella sua metà campo. L’americano non è entrato bene, da terzino al posto di Calabria (ennesimo infortunio, affaticamento al flessore sinistro) con Florenzi disponibile poi messo ma non utilizzato subito. Proprio Florenzi che si perde Sansone che colpisce il palo o una difesa immobile sul gran gol di Piccoli che avrebbe deciso la partita. E qui il Milan deve dire grazie al VAR.
Una situazione che nasce dall’espulsione di Giroud. L’immagine del Milan di questo periodo di campionato. Un leader che perde la testa, preso dalla frustrazione del momento difficile. Una reazione che assomiglia a quella di Napoli quando dimostra di non gradire il cambio di Pioli. Questa volta all’indirizzo dell’arbitro, però, e l’espulsione per proteste che potrebbe fermare l’attaccante anche per più di una giornata. Cosa che il Milan non può permettersi ora. Come non può permettersi di non aver cattiveria nel chiudere la partita non concretizzando le occasioni in contropiede.
Da sosta a sosta. Un mondo di nuovo capovolto. E forse arriva nel momento giusto, perché potrà far recuperare completamente giocatori importanti – Pulisic e Loftus-Cheek, su tutti, sembrano trasformare la squadra – e soprattutto ritrovare serenità mentale e tranquillità. Un senso di coesione e di famiglia, l’immagine della partita sofferta a Marassi contro il Genoa del 7 ottobre, giorno dell’ultima vittoria in campionato. E ora la similitudine tra Napoli-Milan e Milan-Roma dello scorso gennaio sta diventando sempre più reale.
A cura di Niccolò Severini