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Data: 26/03/2018 -

Metalli pesanti, un nemico silente per la salute del calciatore: ecco come fare prevenzione

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La chelazione: l'arma per disintossicarsi

Un tema quasi misterioso. Tenuto nascosto e sottovalutato. L'accumulo di metalli - e fra poco lo vedremo nel dettaglio - per l'essere umano è davvero letale, ma allo stesso tempo subdolo. Ad esempio i metalli pesanti - assieme ad un'alimentazione sbagliata (leggi qui quella per non infortunarsi) - possono scatenare la cosìdetta permabilità intestinale, la quale trascina con sé problemi autoimmuni spesso attribuiti al caso. Ma vediamo ora la terapia chelante, l'unica efficace per disintossicarsi dai metalli pesanti: "Nello specifico la terapia chelante utilizza soprattutto EDTA (acido etilendiaminotetraacetico), una sostanza simile all’aceto considerata innocua e che non viene assimilata dall’organismo, ma eliminata tramite le urine, insieme al metallo cui si è legata. La terapia chelante si effettua per infusione venosa lenta di EDTA da prticare da 1 a 3 volte alla settimana in dosaggi che possono variare in base alle condizioni di salute del paziente e allo stato dell’intossicazione per cui si interviene. L’azione benefica della terapia chelante si riscontra non prima della quinta infusione e si completa, solitamente, dopo 3-6 mesi, a seconda del paziente. Inizialmente esisteva solo questa chelazione, fatta con l'EDTA, capace di togliere i metalli pesanti dal corpo, compresi anche i minerali buoni. Per questo, dopo le EDDTA bisogna integrare multi mineralici per reintegrare i minerali buoni persi. Altrimenti un percorso comunque valido ma più lungo è quello della chelazione orale, con la quale ci vogliono dai 4 mesi fino all'anno e mezzo. Ovvero una chelazione via orale giornaliera, fatta di Zeolite, Glutatione, Vitamina C e altri prodotti specifici presenti sul mercato. Si prende il chelante la mattina e un multiminerale la sera, in modo da evitare la perdita di minerali buoni. Si tratta di un protocollo sicuro, non invasivo per la persona o il calciatore, che potrebbe farlo rinascere. Ci sono dei casi di ragazzi, come quello Matteo Dall'Osso (la sua storia di guarigione è visibile online), in sedia a rotelle per colpa della sclerosi multipla, che adesso cammina dopo essersi sottoposto ad un periodo di chelazione. Il tutto dipende da quanto la persona - in questo caso l'atleta- è intossicato. Si tratta di una terapia a tutti gli effetti, usata da anni in ambito medico quando si deve trattare uno stato patologico dovuto ad accumulo di metalli pesanti. Spesso, però, ad essa si ricorre solo in stadi di patologie avanzate. O addirittura si ignora il problema, senza andare a fondo".

Continua Tozzi: "Un calciatore difficilmente sarà stra intossicato. I giocatori sono giovani, ma non per questo non possono avere dei livelli di metalli pesanti elevati. I sintomi come detto si possono nascondere con la proverbiale 'stanchezza mentale', spesso attribuita supercialmente ad una scarsa personalità e forza d'animo dell'atleta in questione, criticandolo e attribuendogli mancanza di carattere. In realtà, molto spesso, oltre le problematiche a livello di alimentazione e sovrallenamento (leggi qui) sono proprio gli stessi metalli pesanti a giocare un ruolo subdolo. Nel calcio, però, purtroppo, nessuno li controlla, sottovalutando questa pericolosissima problematica. Il consiglio quindi, per tutte le squadre, dai dilettanti ai top cub di Serie A, è quello di controllare il livello di metalli pesanti nel corpo dei propri giocatori". E come vedremo fra poco questi problemi in prima battuta confondibili, col passare degli anni si possono trasformare in vere e proprie tragedie.


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Tags: Serie A



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