Un'estate davvero movimentata, quella di Blaise Matuidi. Partire o rimanere, questo era il dilemma. Ma quando alla tua porta bussa la Juve, è difficile resistere alla tentazione.
Ed in un'intervista rilasciata dallo stesso centrocampista francese all'Equipe, il classe '87 del PSG è tornato a parlare di quei concitati giorni di mercato: "A fine agosto mi preoccupava la mia situazione personale visto che non era ancora fissata. C'erano cose che non mi piacevano. Io avevo un idea in testa e volevo rispettarla. La Juve ? Ero in vacanza ed è vero che sentivo tante cose che mi facevano male. E la risposta che mi veniva in mente è che forse era l'ora di andare via. Le discussioni che ho avuto con la Juve hanno fatto crescere questa voglia".
Ha influito non poco anche il timore di non essere valorizzato al PSG nel modo giusto: "Sì, in un certo periodo ho pensato anche questo. Forse mi sono anche sbagliato. Non sentivo l'amore che Parigi provava per me. Quando la Juve è arrivata, ho parlato con Emery e lui non ha mai cambiato discorso. L'allenatore non ha mai detto che non contava su di me. Questo mi ha fatto riflettere. Mi ha detto che mi voleva conoscere, mi ha fatto capire che aveva bisogno di me. Se Emery non avrebbe espresso tutti questi sentimenti, forse sarei andato al braccio di ferro, che non era la mia voglia all'inizio. Perché amo questo club".
Infine, dalla possibile partenza all'ipotesi rinnovo: "Prolungare il mio contratto ? Perché no. Devo sentire l'amore del club per me. Con l'allenatore nessun problema. Ora c'è una stagione in corso, e il club mi ha fatto una proposta per rinnovare. Fino al 2020? Possibile. Per ora sto guardando quest'offerta. Vedremo se corrisponde a quel che valgo ora. Se è il caso sarà positivo". A cura di Guillaume Maillard-Pacini