“Mancavano 4 minuti alla fine: qualcosa mi spinse in area…”. Livorno, l’amarcord del “bomber” Amelia
“Mancavano quattro minuti alla fine e qualcosa mi spinse ad andare in area di rigore…”. La serata di Europa League capita il 2 di novembre: per Marco Amelia non una data qualunque. Nello stesso giorno, un giovedì di 11 anni fa, il portiere campione del Mondo si giocava il passaggio del turno, proprio nell’attuale Europa League. Partizan-Livorno, Coppa Uefa, minuto 88: all’improvviso l’incoscienza? “No, anzi…” – risponde divertito l’ex portiere azzurro – “Non faccio mai le cose in modo avventato o irresponsabile. In quel caso era un rischio calcolato. Nessuno voleva che andassi a saltare in area, perché era troppo presto: non eravamo neanche nel recupero. Ma il mio sesto senso mi diceva che era l’occasione buona per aiutare la squadra a fare gol. Sapete tutti com’è andata a finire…”.
Gol decisivo ai fini della qualificazione del Livorno, ecco come andò a finire: il punto strappato a Belgrado permise infatti ai toscani di piazzarsi terzi nel girone A della Coppa Uefa 2006-2007. Un piacevole ricordo per Amelia, che oggi ha rievocato l’impresa con un post su Instagram. Momento speciale condiviso con tutti i lettori di GianlucaDiMarzio.com: l’ex Milan racconta con piacere quella magica serata. Cosa passa per la testa di un portiere in quei momenti? “Quando hai la mentalità vincente il tuo unico pensiero è ottenere il massimo risultato per la tua squadra. E se c’è l’occasione, anche il portiere può essere decisivo nell’area di rigore avversaria. Quella sera a Belgrado andò esattamente così. Arrigoni? Sul momento Arrigoni non disse nulla, dopo ci abbiamo riso insieme. E ancora oggi quando ci sentiamo, ricordiamo divertiti l’episodio”.
Michelangelo Rampulla e Massimo Taibi riuscirono nell’impresa in serie A. Marco è stato,invece, il primo portiere italiano a segnare su azione in Europa. Una gioia che non capita tutti i giorni: meglio una parata o una rete decisiva? Piccola pausa, poi altra risata: “Be… Per un portiere il gol è qualcosa di diverso dalla parata. La parata, per quanto decisiva o spettacolare, fa parte dell’ordinaria amministrazione per chi gioca in quel ruolo. È naturale che segnare per me è stata un’emozione completamente nuova. Se poi pensiamo che è stato un gol decisivo per il passaggio del turno in coppa UEFA, l’emozione inevitabilmente raddoppia”.
Marco Ballotta ci prese talmente gusto che a fine carriera ha cambiato ruolo, tu ci hai mai pensato? “Sinceramente no. Da quando ho iniziato a giocare in porta, ho sempre e solo pensato a fare il portiere. Rivedendo il film della mia carriera, credo di poter dire che è stata una scelta azzeccata (sorride)”. Film che ancora non ha scritto il finale: come stai? Sei pronto a tornare tra i pali? “Sto bene, sono integro e in forma. Mi sto allenando tutti i giorni con costanza e regolarità qui a Coverciano, al termine delle lezioni del Corso Uefa A. Forse fisicamente sto meglio adesso rispetto a qualche anno fa, perché con l’esperienza ho acquisito maggiore consapevolezza di come gestirmi e lavorare sul mio fisico”.
Magari il binomio vincente Livorno-Amelia potrebbe riproporsi in futuro: un interessamento dei toscani c’è stato. E per Marco si tratta ovviamente di un club spciale: “E’ una piazza da Serie A e la meriterebbe per la passione della città. Col tempo ci tornerà di sicuro, a Livorno il calore dei tifosi non manca mai, a prescindere dalla categoria ed è la base di tutto! Oggi probabilmente la città manca di strutture idonee, ma qualcosa si sta muovendo per crescere anche da questo punto di vista e tornare in alto”. Come quel 2 novembre del 2006, l’anno magico di Amelia e dei toscani: ricordi indelebili nella mente di Marco.