Da quando è arrivato Xavi, i risultati per il Barcellona sono nettamente migliorati, ma il club deve comunque rimanere attento ai parametri finanziari imposti dalla Liga per il mercato e il tesseramento dei calciatori, che avevano impedito il rinnovo di contratto di Messi. Il presidente dei blaugrana Joan Laporta ha parlato anche di questo in un'intervista ai microfoni di RTVE.
"Se un giorno Messi mi chiamasse e mi dicesse che vuole tornare al Barcellona? Gli risponderei «Parliamone Leo!», ne sarei più che felice", ha detto Laporta su un eventuale ritorno di Messi in futuro.
Laporta: "Dembélé sa che lo amiamo. Parleremo con il suo agente"
Il presidente del Barcellona ha parlato anche di altri temi importanti, tra cui la situazione contrattuale di Ousmane Dembélé, che ha migliorato il suo rendimento dall'arrivo di Xavi: "Lui sa che lo amiamo. Xavi è riuscito a trovare il punto e il giocatore ha iniziato a funzionare. Siamo orgogliosi di lui. Ousmane si sente abbracciato e apprezzato. Dembélé va in scadenza di contratto, ma so che si trova a suo agio al Barça. Inoltre, l'arrivo di Aubameyang lo ha reso felice. Non avremo problemi a parlare con il suo agente".
Su Håland: "Sono stato molto chiaro. Metto l'istituzione e le regole al di sopra dei giocatori, degli allenatori e dei dirigenti. Non faremo acquisti che altereranno il nostro sistema salariale. Vogliamo massimizzare la squadra al di sopra delle individualità. Non darò alcun nome adesso perché aumenterebbe il prezzo e farei un cattivo favore al Barça".
Laporta: "Superlega? Il progetto va avanti"
Infine, Laporta ha toccato anche l'argomento Superlega, ancora discusso in questi giorni dopo la riunione dell'ECA: "Il progetto continua ad andare avanti. Lo stiamo promuovendo insieme a Florentino Pérez, con cui parlo spesso. È un modo per salvare il calcio europeo. È chiaro che dobbiamo inserirlo nel quadro del calcio europeo e senza appesantirci con i campionati nazionali, ma è fondamentale per noi".
In riferimento alle proprietà di Manchester City e PSG: "Non possiamo permettere che il calcio europeo sia nelle mani di Stati che non appartengono all'Unione Europea. È chiaro che City e PSG hanno una macchina per fare soldi, e noi stiamo combattendo contro questo. Non siamo da soli, anche altri club ci sostengono".