Di scommesse, quando si tratta di calcio, se ne inventano una al giorno. Ma a quanto pare quella fatta dal presidente Vrenna poco meno di un’anno fa si è rivelata la più vincente, quanto azzardata. Affidare una squadra che si era salvata all’ultima giornata di campionato, ad un allenatore alla prima vera esperienza su una panchina di Serie B. Scommessa fatta, scommessa vinta. Si, perché Ivan Juric è stato il vero x factor del Crotone all’interno di questo imprevedibile quanto emozionate campionato. In pochissimi avrebbero potuto immaginare che la squadra calabrese potesse centrare la promozione, di meno ancora quelli che avrebbero auspicato che ciò accadesse con 4 turni di anticipo. Ma la macchina perfetta di Juric è riuscita a mettere tutti in fila, uno dopo l’altro. A partire da Cagliari che alla prima di campionato, proprio contro il Crotone, si era nettamente imposto per 4-0.
Qualcuno lo avrebbe visto come un campanello d’allarme per il “giovane” Juric, ancora inesperto e messo subito alla gogna dopo neanche 90’. Niente di tutto questo, perché l’allenatore croato ha saputo ripartire proprio da quella sconfitta netta. Da quel momento il Crotone ha iniziato il suo campionato: prima da formichina - punto dopo punto - e poi da vero squalo (simbolo allegorico della squadra) ha fatto un sol boccone degli avversari conquistando il primato della classifica. La svolta, probabilmente, alla prima di ritorno, quando all’Ezio Scida ha saputo restituire il “favore” al Cagliari mettendo a segno il primo vero sorpasso della stagione. Da lì in avanti la sua cavalcata ha assunto le dimensioni di una pallina metallica su un piano inclinato: ha iniziato a vincere, e per quanto impercettibile sia stata l’importanza dei suoi successi, ha iniziato a correre sempre più veloce. Fermarlo, allora, è diventato impossibile.
E d’altra parte Juric - che a novembre portava i suoi ragazzi a fare allenamento sulla spiaggia di Crotone - ha costruito la sua squadra proprio sulla corsa. Difesa solida e grandi ripartenze grazie ad esterni (alti e bassi) rapidi e dotati tecnicamente. La ciliegina sulla torta: Ante Budimir, attaccante che un anno fa in seconda divisione tedesca con il St. Pauli non la buttava dentro neanche a porta vuota, e che con la cura Juric è diventato un killer d’area di rigore praticamente infallibile. Senza dimenticare l’importanza di una piazza che sa essere caldissima senza però mettere pressioni ai giocatori. Accompagnando ogni successo all’Ezio Scida con le note di Rino Gaetano, cantautore di Crotone che nel suo cielo sempre più blu, forse, non aveva considerato l’ipotesi di vedere un giorno la squadra della sua città giocare in Serie A. A gennaio si poteva parlare di favola, oggi è impossibile non definirla realtà. E domani? Chissà. Inutile fare pronostici, o addirittura scommesse. Quelle le lasciamo fare al presidente Vrenna e ai suoi dirigenti, che a quanto pare in materia sono già pronti a dare lezioni anche per il prossimo anno.