C'è chi, come Luca Toni, a 38 decide di smettere. E chi, come Giuseppe Giglio, non vuole proprio saperne. Tre gol nelle ultime due partite, dodici nel girone G di Serie D. E dire che Giglio e Toni sono coetanei, si conoscono da una vita e hanno pure giocato insieme, vero Giuseppe?
"Sì, confermo. Nell'estate del '99 fui acquistato dal Treviso e per qualche mese ho avuto la fortuna di essere compagno di Luca Toni, prima di passare alla Pro Vercelli. Aveva 'i numeri', come si usa dire. Nel corso degli anni, infatti, si è dimostrato un attaccante eccezionale. Però mi piace sottolineare anche un altro aspetto di Toni: è sempre stato una bravissima persona. L'avevo conosciuto già prima di Treviso, perché facevamo parte della Nazionale Under 20 di Serie C. Ha avuto una carriera strepitosa, se ha preso questa importante decisione significa, come d'altronde ha detto lui stesso, che ha dato veramente tutto. Non posso che augurargli il meglio."
Anche per Giuseppe qualche treno importante è passato. Già a 17 anni faceva parte del "Palermo dei picciotti" di Ignazio Arcoleo: "Sì, giocavo nella Primavera dei rosanero e fui convocato diverse volte nella prima squadra, ma non ci fu mai la possibilità di esordire. Il debutto tra i professionisti arrivò a 19 anni in C1, ma a Giulianova, nella stagione 1997-1998 e lì arrivarono anche le prime cinque reti". Nel 2006, oltre ai mondiali, Giuseppe ha festeggiato il contratto della vita: firma per quattro stagioni con il Napoli, allora neopromosso in Serie B. Mai una presenza però, come mai? "Ho avuto la possibilità di aggregarmi alla squadra per il ritiro, nel 2006. In seguito la società ha fatto le sue scelte e sono andato in prestito ogni stagione. Purtroppo è andata in questo modo, però già il fatto di essere stato scelto dal Napoli per me è motivo di grande orgoglio e va bene così".
Altri quattro anni, altro mondiale, altra firma importante. Stavolta la squadra è meno blasonata, ma Giuseppe può dire di essere stato parte della favola del Carpi: "Quell'anno abbiamo vinto il campionato di C2 ed eravamo una squadra fortissima: segnai dieci reti. In quella rosa c'erano già Pasciuti, Di Gaudio e Poli che adesso giocano in A. Ricordi bellissimi. Carpi è una splendida cittadina, dove si fa calcio in modo serio e non a caso sono arrivati così in alto. Giuntoli era un direttore sportivo preparatissimo già all'epoca e con il presidente Bonacini hanno fatto un capolavoro. La serietà e l'impegno pagano sempre e se si ha anche una certa disponibilità economica allora si possono scrivere favole come quella del Carpi".
Favola che Giglio poteva scrivere, in proprio, a Foggia, dove era idolo: "La parentesi più importante della mia carriera, arrivata a 33 anni. In molti pensavano che fossi un giocatore finito, invece sono state due stagioni fantastiche che porterò sempre nel cuore. Perché è finita? L'anno della Lega Pro unica la società mi fece una proposta di rinnovo a mio modo di vedere ridicola. Non abbiamo trovato un accordo e ho deciso di andare via. Mi è dispiaciuto tantissimo perché c'erano i presupposti per fare un'altra grande stagione e per puntare alla B. Pazienza. Ho lasciato tanti amici, quelli per fortuna nessuno può togliermeli". I tifosi gli hanno dedicato su facebook la pagina "Bomber Giglio Fans Club" : "Sta a testimoniare quanto mi volessero bene, anzi quanto mi vogliono bene, perché questo legame dura tutt'ora. E' l'anno buono per la B, però non vorrei portar male (ride). Hanno costruito un grande gruppo, le cui basi sono state poste quando c'ero ancora io. Quest'anno hanno investito tantissimo, hanno trovato una società forte economicamente. Al resto ci hanno pensato la piazza, lo stadio sempre pieno, e De Zerbi. Tra le candidate ai playoff il Foggia è senza ombra di dubbio la più forte".
Ma torniamo al presente... Domenica c'è un Budoni-Olbia niente male: "Vigilia tranquilla. Ammetto che per me è stato un grande dispiacere lasciare Olbia, sono legato alla città, ai tifosi, alla squadra, è stata una parentesi importantissima della mia carriera (tre stagioni e mezzo con trentaquattro gol in campionato, n.d.r.) ed ero tornato con il pensiero di chiuderla lì, per poi magari rivestire un altro incarico. Però è anche vero che questi erano gli accordi con la vecchia società e rispetto la volontà di quella nuova. Adesso penso solo al Budoni, noi dobbiamo salvarci e domenica sarà una partita difficile per entrambi. Vogliamo vincerla e proverò a segnare, vediamo se anche stavolta si confermerà la legge del 'gol dell'ex'. Se esulterò? Sì, non la considero una mancanza di rispetto nei confronti dei miei ex tifosi. Per me il rispetto è altro e l'ho sempre dimostrato". Appena si è presentata l'opportunità di prenderlo il Budoni non ci ha pensato due volte: "Un piccolo paesino dove mi trovo molto bene. La società è seria e si dà da fare. E' composta da persone in gamba e molto disponibili, come il presidente Filippo Fois. Fanno di tutto per non farci mancare niente e per rappresentare al meglio la piazza".
Giglio è di Salemi e il cuore batte per una società in particolare: "Ovviamente sono tifoso del Trapani e spero che possano centrare la Serie A, sarebbe fantastico. Ci sono tante belle favole negli ultimi anni, da quella del Carpi a quella del Leicester, questa del Trapani non sarebbe da meno. Io sono della provincia, ho tanti amici all'interno della società e della squadra e spero che Cosmi completi l'impresa. All'inizio dell'anno nessuno poteva aspettarselo, ma nel corso della stagione hanno costruito i presupposti per giocarsi un sogno e questo è indubbiamente merito di Cosmi, un grande allenatore". Gol numero centocinquanta nel derby, promozione del Trapani: Giuseppe, hai altro da chiedere al 2016? "Intanto speriamo che arrivi questo gol. Per il futuro non lo so, ancora non ci ho pensato... Te lo farò sapere".