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Data: 14/08/2019 -

Favola Krasnodar, il gioiellino di Galitsky con un allenatore senza patentino

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Musaev è stato squalificato perché non ha la licenza da allenatore Uefa Pro, ma i suoi hanno eliminato il Porto mandandolo ai playoff di Champions. Un club che 11 anni fa non esisteva
Musaev è stato squalificato perché non ha la licenza da allenatore Uefa Pro, ma i suoi hanno eliminato il Porto mandandolo ai playoff di Champions. Un club che 11 anni fa non esisteva

Uno sguardo alla distinta per i nomi dell’impresa: Vilhena, Suleymanov, Cabella. Un altro alla voce ‘coach’ per conoscere l’inspiratore, perché quando segni 3 reti al Dragão e butti fuori il porto dalla Champions il merito è anche tuo.

C’è scritto Sergej Matveev, 47 anni, una vita nelle giovanili tra la Russia U15 e quella U18. Una bella storia, profuma di favola, ma il vero protagonista è in tribuna. 

MUSAEV, SARRI DI RUSSIA

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Colpa di una squalifica che va oltre i cartellini. Si chiama Murad Musaev, ha 35 anni ed è stato bannato dalla Uefa per una stagione perché non ha la licenza Uefa Pro, necessaria per questo livello. Era stato beccato l’anno scorso in l’Europa League (il Krasnodar uscì ai sedicesimi con il Valencia) ed è stato squalificato a luglio. Musaev entrava nell’area tecnica dribblando il regolamento, ha ancora il ‘brevetto’ B e deve fare l'esame. Tutto vietato. 

Il Krasnodar ha optato per una soluzione d’emergenza ingaggiando Matveev, uno che rimarrà nella storia per aver mandato la squadra all’ultimo gong prima dei gironi di Champions, contro l’Olympiacos. Ma il merito è del ‘salvatore’ Musaev, in Russia lo chiamano così. Cresciuto nel club, allenava la Primavera, si è laureato a Krasnodar. Uno del posto.  

Due estati fa avrebbe dovuto svolgere uno stage al Napoli di Sarri, ma rinunciò per motivi seri: “Era appena nato mio figlio, dovevo stare vicino a mia moglie”

OLIGARCA AL COMANDO

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Il patron del club, Sergej Galitsky, se ne innamorò ad aprile 2018, quando licenziò Shalimov per affidargli la panchina senza i requisiti necessari.

Risultati: quarto nel 2018, terzo l’anno scorso, bene anche in Europa. Il Krasnodar è nato nel 2008 per volontà del suo patron, uno degli oligarchi formati sulle ceneri dell’Urss negli anni ’90. Lavorava in banca, era un vice direttore, ma nel ’94 fondò la prima azienda di cosmetici iniziando una nuova vita.

Successivamente ha creato ‘Magnit’, il top per la distribuzione alimentare della Russia, oltre 2500 punti vendita. Nel 2018 l'ha venduta per 140 milioni di rubli: "È stato un bel viaggio, ma niente dura per sempre".

Eroe del lavoro di Kuban, una laura in pianificazione economica. Ama le auto e gli yacht di lusso: il suo Quantum Blu ormeggia tutto l'anno al porto di Nizza per 16mila euro al mese. Ha una sala cinema e 27 persone di equipaggio. Kitsch. 

A Krasnodar ha costruito uno stadio in stile Colosseo e un centro sportivo ispirato a quello dell’Athletic Bilbao. Vicino l’impianto spazio a un parco di 23 ettari. 

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Oggi il Krasnodar è una realtà consolidata con un gran settore giovanile: l’ultimo arrivato è Shapi Suleymanov, esterno del ’99, anche se l’anno scorso c'è stato qualche dubbio sulla sua vera data di nascita (tutto smentito dal club).

Musaev ha dato un’identità precisa nonostante le restrizioni burocratiche, ha reso temibile una squadra che nel 2010 era in Serie B.

Oggi sogna i gironi di Champions guardando i suoi ragazzi da lontano, insieme a un esame da superare. 



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