Kai Havertz, il calciatore tedesco più costoso della storia, ha sempre fatto delle precocità una sua caratteristica. Nei tornei era sempre nelle squadre dei ragazzi più grandi e non sentiva il salto di età: “La cosa più importante è continuare a divertirsi giocando a calcio”. Questo il consiglio che aveva dato ad un bambino su come diventare un calciatore professionista qualche anno fa.
L'ostacolo timidezza
Il piacere di giocare abbinato ad una tecnica sopra la media l’hanno aiutato ad emergere fin da piccolo. Potenza, ambizione e determinazione in mezzo al campo, timidezza e introversione fuori: “Quando non giocava era sempre silenzioso e nel suo. A volte anche durante le partite, il suo linguaggio del corpo lo fa sembrare svogliato”.
Un aspetto del suo carattere che l’ha sempre accompagnato e che lo sta ostacolando al suo primo anno lontano dalla Germania. Dopo essere stato acquistato dal Chelsea per 80 milioni in estate, esaudisce uno dei suoi desideri più grandi, giocare all’estero. Le aspettative su di lui sono altissime e per un giocatore pagato quella cifra ci si aspetta di vedere sempre il suo nome tra i titolari. Invece Frank Lampard fatica a trovare la posizione giusta per lui.
Un inizio di stagione difficile
I Blues giocano con un 4-3-3 e lui, cresciuto come un classico numero 10, fatica a trovare spazio a centrocampo. La squadra sembra giocare meglio quando in mediana c’è il solito Kanté, affiancato da Mount e Jorginho. La sua natura di leader silenzioso non lo aiuta di certo in un campionato in cui ‘aggressività’ è la parola d’ordine.
Havertz si trova in una situazione che, forse, non aveva mai affrontato in carriera. Gli serve tempo. Gli serve tempo perché a solo vent’anni si trova catapultato in una realtà completamente nuova in una delle stagioni calcistiche più complicate di sempre. Dopo le prime partite giocate da titolare senza stupire particolarmente (1 gol e 2 assist), a novembre risulta anche positivo al coronavirus. Quasi un mese chiuso in casa ad alimentare ancora di più le sue insicurezze. Giocare a calcio e divertirsi sembra essere diventata un’impresa.
Uscire dal guscio
Il Chelsea, insieme a Kai, attraversa mesi difficili culminati con l’esonero di Lampard a fine gennaio ma con l’arrivo di Tuchel qualcosa comincia a muoversi. L’allenatore tedesco sembra ridare fiducia ad Havertz, quella che fino a quel momento gli era mancata.
Nel mese di marzo torna nel giro dei titolari con una confidenza diversa: prima segna al Crystal Palace, poi due reti nel derby di ieri contro il Fulham. É la sua prima doppietta in Inghilterra e il suo secondo gol descrive perfettamente il suo ‘saper aspettare’: dopo uno stop perfetto di esterno tacco su un lancio di 40 metri, invece di tirare, taglia in mezzo al campo, propone un uno-due con Werner per poi ritrovarsi davanti al portiere e appoggiare comodamente in rete per il 2-0.
Il giovane trequartista tedesco, rispetto ai suoi standard precoci, sta avendo un percorso inverso allo Stamford Bridge. L’ostacolo timidezza è quasi superato e il suo talento (che non è in discussione) sta uscendo allo scoperto, e come diceva a quel bambino “La cosa più importante è divertirsi ma soprattutto non mettere te stesso sotto troppa pressione”.