Rap, Milan e caviglie maledette. Jackson Martinez dice stop
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Data: 09/12/2020 -

Rap, Milan e caviglie maledette. Jackson Martinez dice stop

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Da bambino sognava di diventare un cestista, ma a causa dei problemi economici della sua famiglia scelse il calcio. Iniziò calciando a piedi nudi tutto ciò che trovava per le strade di Quidbó, in Colombia, dalle lattine alle pietre, e non era una rarità vedergli fare una rovesciata nel cortile in cemento della scuola, per poi rialzarsi subito. E grazie agli allenamenti dell’allenatore Marco Velazquez a Medellin, con le palline da tennis, che è migliorata la sua tecnica individuale. Così è iniziata la carriera di Jackson Martinez, che all’età di 34 anni ha deciso di smettere col pallone.  

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LA SERIE A SFIORATA E L’INIZIO DEL CALVARIO

Più volte vicino all’Italia, nell’estate del 2015 fu a un passo dal Milan: accordo con il Porto raggiunto da parte dell’allora amministratore delegato Adriano Galliani, con pagamento pluriennale della clausola rescissoria da 35 milioni e annuncio sul canale mediatico rossonero. Poi il dietrofront e il trasferimento all’Atletico Madrid, con il connazionale Bacca che arrivò al suo posto a Milano. Una scelta, quella di andare ai Colchoneros, che coincide con l’inizio del suo declino.

Martinez si è sempre portato con sé la passione per il calcio e quella per la musica, oltre alla devozione verso Dio. Sua madre lo chiamò così per Michael Jackson e il soprannome Chachachá deriva dall’esultanza di suo padre, Orlando, che ballava per festeggiare i gol. Il ritmo nel sangue, come tutti i colombiani della costa, che di recente lo ha portato a diventare un cantante religioso. "La mia musica è incentrata nel far conoscere la parola di Dio”. Nel 2018, nel momento più triste e difficile della sua carriera ha pubblicato l’album intitolato "No Temeré" (‘Non avrò paura’), con sette tracce hip-hop cristiane.

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Era svincolato dopo l’esperienza in Cina al Guanghzou ed era reduce da due infortuni alla caviglia. "Non riesco ad allenarmi per due o tre giorni di fila. Il dolore alla caviglia mi sveglia puntualmente durante la notte come fosse un orologio, tra le quattro e le cinque del mattino. La cosa più semplice sarebbe stata smettere, è una lotta quotidiana". La testimonianza al portale portoghese Record, sulla dolorosa convivenza con lo sperone calcaneare. Nonostante il dolore, Martinez non dimentica i suoi valori e dimostra di avere il cuore grande con la fondazione della Jackson Martinez Sports Foundation per aiutare i bambini della regione di Chocó, dove è nato e cresciuto.

Dalla Cina al ritorno in Portogallo al Portimonense nel 2018, con la speranza di un nuovo inizio nel Paese in cui si era vista la sua miglior versione. Quella al Porto con 92 reti in 136 presenze. A Portimão, in una realtà più piccola, con uno stadio che non arriva a 10mila posti – 70mila in meno rispetto a San Siro - il colombiano segna 12 gol in due stagioni, che contribuiscono alla salvezza del club. Nell’estate 2019 si ripresenta nuovamente la possibilità di arrivare in Serie A, con il Lecce che aveva fatto un sondaggio. Ma anche questa volta la trattativa non si è concretizzata.

FUTURO

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La sua ultima apparizione sul terreno di gioco è datata 26 luglio 2020, contro il Desportivo Aves e con la fascia di capitano al braccio. Colombia, Messico, Portogallo, Spagna e Cina, adesso stop. A distanza di quasi cinque mesi ha preso una decisione definitiva sulla sua carriera da calciatore, ma lascia aperte varie porte riguardo al futuro, come ha rivelato a El Pais: “Sto pensando di studiare, mi piace economia aziendale e voglio prepararmi a lavorare coni giovani, non escludo di diventare un allenatore, ma ancora è presto per dirlo. Sicuramente continuerò a pubblicare opere musicali, durante il periodo dell'infortunio ho potuto scrivere e registrare il mio primo album e ne arriveranno altri”.

di Mattia Zupo

 

 

 



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