L’omaggio più bello al termine di una carriera unica, destinata a concludersi tra due settimane, ricevendo l’ovazione di S.Siro e chiudendo nel modo più giusto un’avventura indimenticabile.
40 anni sulla carta d’identità, la voglia di non mollare mai e di risultare esempio per chiunque: settimana dopo settimana e domenica dopo domenica, tra allenamenti e partite. Sergio Pellissier è stato avversario apprezzato e rispettato da tutti: impossibile pensare diversamente, impensabile comportarsi in maniera opposta a quella che ha unito i quasi 58mila tifosi dell’Inter nel riconoscimento ad una delle ultime bandiere del nostro calcio.
Ovazione ricevuta al momento dell’ingresso in campo all’80’, al posto del baby Vignato, totalmente opposta alla reazione avuta dal pubblico nerazzurro alla sostituzione di Icardi: applausi del tifo avversario ricambiati immediatamente, al centro del campo, prima di regalare un pezzo di se stesso al termine della gara. Un cartellone esposto sotto il primo anello blu per catturarne l’attenzione: la richiesta dell’inconfondibile maglia gialloblù numero 31, destinata ad essere ritirata tra 180’ di gioco, da parte di un gruppo di tifosi interisti.
Sergio corre verso quel mare d’affetto, per un’ultima volta che forse non si sarebbe aspettato: osannato da tutti, pronto a denudarsi quasi totalmente per rendere felice chi (come tanti) ne ha apprezzato le squisite qualità umano-calcistiche. Via maglia e pantaloncini, lanciati e contesi anche da gente di passaggio nel settore: fuga in mutande, calzettoni e scarpe verso gli spogliatoi, come dopo una vittoria, a mani unite e braccia alzate. Chiudendo nel modo sentimentalmente più bello 22 anni di carriera, con un omaggio splendido volto a rappresentare tutto ciò che Pellissier è ed è stato: icona del mondo Chievo, vissuto per 19 anni, da 134 gol in A, capace di strappare applausi e di custodire “emozioni indescrivibili”. Anche grazie ad un’ultima irripetibile a S.Siro: ricordo indelebile di un’avventura conclusa nella maniera più “commovente” possibile. Parola di Sergio.