Stessa storia, stesso posto, stessa…porta. Sembra vivere a ritmo delle note degli 883, Suso, vero uomo al comando di questo Milan: trascinatore rossonero nello stadio che lo ha visto protagonista, seppur in maniera marginale, dei suoi primi lampi rossoneri, in un’amichevole risalente al 25 marzo 2015 contro la Reggiana. E che a distanza di più di 2 anni ha deciso di ripetersi, in un’occasione ben più importante, sotto la stessa curva e nella medesima zolla di campo in cui aveva lasciato intravedere, timidamente, sprazzi di qualità notevole.
Di tempo, da allora, ne è passato, eccome: in panchina siedeva Pippo Inzaghi, una delle tante “vittime” del Sassuolo-bestia (rosso)nera dalla stagione del proprio arrivo in A. E il talento dello spagnolo, grazie anche alla fondamentale cura Gasperini al Genoa, è emerso via via in maniera prepotente, abbagliante. La scorsa stagione per esaltarsi ed esaltare il reparto offensivo milanista, diventando autentico punto fermo di un undici dal quale non è partito titolare in campionato in sole 5 occasioni: quella attuale per confermarsi, più che mai, leader tecnico e decisivo di una squadra totalmente modificata, destinata tuttavia a vedere nel ripetersi del mancino di Cadice la propria arma migliore.
Uno contro uno e sinistro all’incrocio: che il piede fosse caldo lo si era già notato e capito dal riscaldamento prepartita, con un paio di punizioni perfette accompagnate dagli “olè” del settore ospiti. Esercitazioni mai messe troppo in pratica nel corso dei 90’, ma ai fuoriclasse può bastare anche solo la prima occasione per far male: dimostrazione fornita dalla perla numero 6 in stagione che ridà ossigeno al Milan e a Vincenzo Montella, unico allenatore rossonero sinora sfuggito alla ghigliottina sassuolese tra il “Mapei” e San Siro. Giro di vite ad una panchina più che mai traballante, nonostante la convinzione che la strada intrapresa sia quella giusta vada, tuttavia, ancora confermato: l’1-4 di Verona non ha visto una successiva continuità di risultati e, nel post sosta, lo 0-2 di Sassuolo metterà di fronte al cammino rossonero due sfide differentemente importanti contro Napoli e Austria Vienna.
Questione di ricordi recenti da cancellare, insomma: al San Paolo la sfida appare tutt’altro che semplice, considerati i problemi vissuti in questa prima parte di stagione, ma la necessità di un miglioramento sul campo e nei risultati risulta obbligatoria, indipendentemente dall'avversario. Chi invece di ricordi vive eccome, facendo anche del déjà vu il proprio stile di gioco, è Suso: uno che il Milan ha deciso di prenderselo sulle spalle, insistendo sul “lavoro” intrapreso più di tre anni fa. Stessa storia, stesso posto, stessa porta, come in quei primi lampi rossoneri. Ma giocatore ben diverso. Faro qualitativo abbagliante di un Milan che grazie allo spagnolo, a singhiozzo, torna timidamente a sorridere.