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Data: 09/11/2017 -

Ranieri: "Sarri e Giampaolo bravissimi, che sorpresa Inzaghi! L'Italia? In Svezia per fare risultato"

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Il miracolo-Leicester, l’esonero e, adesso, una nuova avventura. Stavolta, in Francia. Claudio Ranieri è il nuovo timoniere del Nantes, squadra rivelazione della Ligue 1, quinta in classifica e mai così forte negli ultimi 20 anni. “Bella città, bella squadra e bell’ambiente”, racconta l’allenatore ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Claudio ha allenato in Italia, Inghilterra, Spagna e adesso Francia. Senza dimenticare l’esperienza da c.t. della Grecia: “Non fu un’esperienza felice, dovetti cercare i giocatori da convocare anche nelle serie minori ed entrai in contatto con la squadra appena quattro giorni prima della partita. Ho visto il ruolo dell’allenatore da una prospettiva diversa”. A proposito di nazionali, impossibile non pensare agli spareggi che aspettano gli azzurri: “Non sarà una partita facile. La Svezia è superorganizzata e non ha nulla da perdere. Sono sereno perché, di solito, l’Italia in queste gare da il meglio di sé. Bisognerà cercare il risultato già nella prima partita. Poi, a Milano, ci sarà una carica particolare. Sono fiducioso. Ibra? Senza di lui saranno più compatti, ma di certo non più forti: manca il mago che può risolverla da un momento all’altro”. Un piccolo sguardo anche alla Serie A: “Il Napoli, gioca alla grande e si è visto contro il City: hanno un grande allenatore. La Juve, invece, ha una tradizione vincente e questo la aiuta; partono sempre a rilento, ma poi… L’Inter? Già si vede la mano di Spalletti, come, nella Lazio, quella di Inzaghi. Che storia, se si pensa che Bielsa saltò all’ultimo momento! Simone è bravo anche nelle dichiarazioni, oltre che nella gestione dell’Europa League, una cosa per niente facile. Sempre a Roma, sta andando alla grande Di Francesco. Non avevo dubbi: a Sassuolo aveva fatto grandi cose, i calciatori sono dalla sua”. C’è spazio, infine, anche per Samp e Atalanta: “Giampaolo, come Sarri, sta venendo fuori tardi ma è un grande allenatore. La Dea, invece, si sta concentrando sull’Europa ma va bene così: dopo 25 anni di assenza, vogliono vedere dove possono arrivare”. L'intervista integrale sulla Gazzetta dello Sport.



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