Definizione: 19 (come il numero di maglia)
verticale. ‘Il Lewandowski di Perugia che ha giocato per Maurizio Sarri’. Otto lettere.
Nel cruciverba della Lega Pro c’è anche lui, a un punto dalla vetta del Girone
A. La soluzione? Scappini. Per risolvere il gioco enigmistico come quello in
campo. Uno che “dediche? Non ai gol, ma quando raggiungo un obiettivo”. Bomber
che conosce solo la lingua dei gol: miglior marcatore del Girone B nella
stagione 2015/2014 - con la maglia del Pontedera -, autore anche di una manita
storica nella categoria contro la Lupa Roma. E’ così che allora è nato questo soprannome e da Robert Lewandowski
a Stefano Scappini il passo è stato breve. O forse “un po’ esagerato… Certo, ha
fatto piacere il paragone - ha confidato ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - ma lui i 5 gol li ha fatti in 9 minuti e io in 80.
Lui in Bundesliga, io in Lega Pro”. Un ricordo, un sorriso. Certo è che quella
piccola grande impresa resta, paragoni a parte.
Ma Scappini tiene troppo al presente per ricordare quello che è stato. “Bella”, questa stagione della sua Cremonese ma “si può sempre fare meglio, ci stiamo giocando la promozione”. Guardia alta, piede caldo e sfida a distanza ogni giornata all’Alessandria. Come un remake. Storie di ex. Sì, perché anche lui è stato un Grigio e “giocarci contro è stato molto emozionante”. Era la stagione 2010/2011. Scappini alla guida di quell’attacco e Maurizio Sarri in panchina. “E’ stata una stagione molto importante, ho solo bei ricordi, ringrazierò sempre quella città. Purtroppo siamo usciti nella semifinale dei playoff con la Salernitana e ricordo che eravamo una grande squadra con un grande allenatore”. Già, proprio quel Sarri (che poi ha avuto anche a Sorrento) con cui “provavamo una miriade di calci piazzati” e che “si vestiva sempre di nero”. Abitudine da trovare sotto la voce ‘scaramanzia’. “E quante sigarette…”. “Per me è stato molto importante, lui e il suo vice Calzona perché mi hanno lanciato nel calcio che conta. Con lui ho iniziato a far gol, è un maestro. E’ arrivato tardi in Serie A, purtroppo, ma adesso si merita il meglio. Con Calzona ci sentiamo ancora con Sarri no, non lo vorrei mai disturbare”. Cosa gli ha lasciato? “Il porsi sempre un obiettivo e fare di tutto per raggiungerlo dando il massimo”.
Storie da un passato che non dimentica “ma oggi parlo da avversario”, perché c’è un presente e soprattutto un futuro che chiama e urla chiaro l’obiettivo: promozione. E in panchina, Tesser: “Non l’avevo mai avuto come allenatore, ma posso dire che è molto umile, lavora molto sul campo, cura tanto i particolari. A livello umano poi parla molto con i giocatori, è un allenatore moderno”. Oggi la sfida al Prato, trasferta iniziata da martedì pomeriggio. Squadra in pullman, posti fissi, Scappini al centro. Non come in campo insomma. Bomber con l’area di rigore come casa. Dodici gol totali finora (compresi i due in Coppa), ma il più bello? “Due settimane fa, il secondo al Siena. Quella doppietta è stata fondamentale per riavvicinarci all’Alessandria”. Sempre più consapevolezza, una stagione con alcuni punti di svolta che hanno fatto capire che la B non poteva essere solo un sogno ma qualcosa di più. Un viaggio con alcune tappe fondamentali per questa Cremonese, come lo scontro diretto con l’Alessandria, la vittoria ad Arezzo, andata e ritorno, i tre punti a Siena. “Ma c’è ancora da pedalare, siamo a metà dell’opera”, perché la concentrazione deve restare alta. Parola di Scappini, nato in una famiglia in cui si parla solo di calcio, col cuore rossonero e cresciuto con il Milan di Sacchi. Uno che quando non ha il pallone tra i piedi, prende in mano una racchetta. Perché… meglio a tennis che a golf. Per divertimento. Perché è sempre sotto porta che fa sul serio.