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Data: 15/09/2016 -

Il Feyenoord sogna, Vilhena segna: il castiga Mou che fu ad un passo dall'Inter

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Feyenoord-Manchester United. Chi decide la partita? Nell'indecisione se scegliere Ibrahimovic, Pogba, Martial o qualche altra freccia all'arco di Mourinho, ci ha pensato... Tonny Vilhena. Oranje, classe '95 e un numero 10 sulle spalle che non pesa; centrocampista che preferisce giocare sempre alle spalle degli attaccanti per trovare meglio la via del gol. Come questa sera che ha fatto esultare il De Kuip, segnando la rete decisiva contro lo United di Mourinho.

Perfezionista, attaccato alla famiglia (padre, madre e fratello) e anche a quella calcistica, quel Feyenoord che alla fine in estate non ha più lasciato. Sì, Vilhena poteva diventare un nuovo giocatore nerazzurro qualche mese fa; vicino a Milano, alla Serie A, arrivando anche a parametro zero. Saltò tutto, a un passo dall'accordo, a causa delle eccessive richieste economiche e tecniche dell'entourage del giocatore. Così è rimasto in Olanda, in famiglia. "Ho sempre detto che il Feyenoord è il mio club e continua ad esserlo", le parole di Vilhena dopo aver prolungato col club olandese fino al 2018. "Non è mai stata una questione di soldi. Volevo rimanere e sono contento che abbiamo raggiunto un accordo. Questa è, per me e la mia famiglia, la soluzione migliore".

Tre mesi fa certo non poteva immaginare che quella mancata partenza per l'Inter l'avrebbe portato a firmare un gol decisivo nel debutto stagionale in Europa League. Vilhena, cresciuto a Maassluis, a pochi chilometri da Rotterdam, giocando a calcio per strada prima che su un campo in erba, ha reso amaro l'esordio di Mou. Ma era anche difficile per lui separarsi dalla famiglia e forse soprattutto dal padre, suo primo tifoso e perfezionista quanto lui, che è stata la prima persona che ha cercato con lo sguardo sugli spalti del De Kuip dopo il gol. "Sapevo dove trovarlo, l'ho visto: saltava per la gioia", ha ammesso a fine partita. E forse, a mente fredda, ripenserà a quel 'no' estivo dell'Inter e al mercato che gli avrebbe negato la gioia di vivere, sotto gli occhi di Mourinho che di vicende nerazzurro se ne intende, "una grande notte da ricordare".



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