Giacca e cravatta, una toga sulle spalle e il codice civile in mano. Mario Ielpo, ex portiere di Milan e Lazio, oggi bisogna immaginarselo così.
Dopo vent’anni di carriera infatti ha detto basta con il calcio e ha cambiato vita: fa l’avvocato e lavora in uno studio legale a Milano. “Dentro mi sento sempre uno sportivo, ma i compagni mi hanno chiamato ‘l’Avvocato’ per tutta la carriera”. Lo aveva nel destino e una volta smesso con il calcio non ha avuto esitazioni. Nonostante qualche sfottò e le risate, oggi ha avuto ragione lui.
Affari di famiglia. La vita di Ielpo si può riassumere così. Dal calcio al mestiere di avvocato. La prima tappa della sua carriera è la Lazio. “Per me era un sogno. Sono sempre stato tifoso dei biancocelesti”. Passione tramandata da nonno Mario e papà Nicola. Anche qui, questione di famiglia. Anche se la Lazio resta il suo grande rimpianto. “Mi è dispiaciuto molto non avere un’occasione e non riuscire a esordire in prima squadra dopo aver fatto tutta la trafila dai giovanissimi alla primavera”. Poco male, si toglierà altre soddisfazioni altrove.
Dall’esame da avvocato superato nel 1993 alla vittoria della Champions con il Milan di Capello. Tanti i successi in campi diversi. “Ho vinto il campionato in tutte le categorie, dalla C2 fino alla Champions. Al Milan dirò sempre e solo grazie”. Una squadra incredibile, piena zeppa di campioni. “Lì è tutto perfetto. Ci sentiamo ancora oggi”. Un nome su tutti? “Desailly, ma anche Marco Simone. Quanti scherzi e quante risate”. Ce ne racconti uno. “Ne avrei tanti, uno di quello fatto prima di una partita a Simone. Gli mettemmo uno stuzzicadenti sotto la sedia e si infortunò. Durante la rifinitura non riusciva a correre, ma non aveva il coraggio di dirlo a Capello”. Ricordi e sorrisi.
Ma non solo calcio e legge. Nella nuova vita di Ielpo c’è anche il tennis. “Gioco ogni tanto con Maldini”. Ex compagno in campo, oggi avversario tra net, set e volèe. Lo puoi vedere dalla sua foto di whatsapp. Anche se la strada intrapresa è ormai chiara e lui è contento così. “Continuo la tradizione familiare, anche mia figlia fa l’avvocato”. Dalla difesa della porta a quella dei clienti in tribunale. Così Mario ha trovato la felicità nella sua nuova vita.