Il suo rientro era stato atteso come la manna dal cielo: era quasi scritto nel destino che il ritorno in campo di Cristian Galano sarebbe coinciso con il gol vittoria. E' successo domenica pomeriggio al San Nicola in Bari-Avellino 2-1: l'esterno offensivo originario di Foggia, out da un mese e mezzo, si presenta sul dischetto al minuto 72, sul punteggio di 1-1. Lezzerini spiazzato, corsa sotto la curva Nord e tre punti che hanno permesso ai biancorossi di volare a quota 12 in classifica. Non un penalty qualsiasi. Già, perchè dalla panchina mister Fabio Grosso non ha voluto guardare: sintomo dell'importanza della posta in palio. "Avevo chiesto a Improta di tirare il calcio di rigore, anche se lui lo aveva fatto bene contro il Frosinone. Il mister era girato? Non me ne ero reso conto al momento -sorride Galano- è segno del fatto che tutti sentivamo la partita. Alla fine conta aver segnato".
Laddove non era riuscito Barthez a Berlino, è riuscito Cristian a Bari. Il tono scherzoso diventa serio quando si tratta di fissare obiettivi: "Cosa ci è mancato sin qui? A volte forse occorre avere più cattiveria. A La Spezia è successo, sono partite che non devi assolutamente perdere -spiega Galano con sguardo determinato- la nostra rincorsa parte di qui, secondo me possiamo fare qualcosa di importante.". Detto da chi vive Bari da un decennio, trasferimenti a Gubbio e Vicenza inclusi, c'è da fidarsi: "Negli anni è sfuggita questa occasione, speriamo di ripeterci dopo la meravigliosa stagione fallimentare".
Centravanti di manovra, esterni che vedono la porta. Sin qui il Bari di Fabio Grosso sta denotando questa caratteristica. Sei centri Improta, quattro tra campionato e Coppa Galano. "E' anche grazie al lavoro delle punte che facciamo gol, ma statene certi: abbiamo grandi attaccanti, troveranno i loro centri. Improta? Riccardo è un calciatore abbastanza lineare nei comportamenti, generoso e determinato in campo: con lui mi trovo bene". Improta e Galano: frecce letali in uno schema che dal 4-3-3 di partenza si è evoluto in 3-5-2 e 3-4-3. "Il modulo? Magari per le caratteristiche che abbiamo, il 3-4-3 o il 4-3-3 valorizzano di più gli esterni offensivi -spiega Galano- Dove mi schiererei? Ho sempre giocato largo a destra, ma come seconda punta ho giocato anche a Vicenza ed è andata benissimo. Mi piace accentrarmi per stare vicino alla punta".
In classifica marcatori, la doppia cifra è un obiettivo concreto: Galano non lo nasconde. "Conosco le mie qualità, so che posso dare tanto a questa squadra". Fedele al Bari, con un occhio al Foggia, dove è nato: "La mia squadra è il Bari, spero di togliermi grandi soddisfazioni con questa maglia: mi spiace per il Foggia, ma sono certo che si risolleveranno rispetto alla posizione che occupano oggi". In una classifica mai così corta negli ultimi 30 anni: 22 squadre in 7 punti. La vetta è a -2 dal Bari, che sin qui è ancora a secco di punti in trasferta. E' troppo corta, c'è un notevole livellamento. Dobbiamo giocarcela fino alla fine" il monito di Galano. La testa del numero 11 è a Vercelli, sede della prossima trasferta. Fuori casa i tre punti mancano dal 24 febbraio 2017, 3-4 a Benevento. Cristian segnò una doppietta: "E' passato troppo tempo- tuona- giocheremo contro una squadra che ha fatto 10 gol in due partite, ci aspetta un'altra battaglia". Di fronte anche Filip Raicevic, amico dai tempi di Vicenza e ex al veleno: "Non l'ho sentito, so che sta bene lì. Noi siamo più avvelenati di lui. Con questa maglia voglio andare in Serie A".