A Bergamo ci è nato e cresciuto, con il pallone tra i piedi e pure nella vita di tutti i giorni. Dai pulcini alla Serie A con la maglia dell’Atalanta, poi il passaggio all’Inter e, adesso, la quarantena tra le mura di Milano. Roberto Gagliardini, ai microfoni di Tuttosport, ha raccontato la sofferenza che lo sta accompagnando da ormai alcune settimane a causa dell'emergenza-Coronavirus: “Ogni giorno sento amici, o amici di amici, che piangono i loro cari. Mi consola il fatto che nessuno dei miei familiari sia rimasto coinvolto, ma questa storia è un continuo schiaffo che ci costringe a riflettere e pensare”.
“Ogni tanto mi chiedo: perché proprio noi? Perché proprio a Bergamo? Sono un fatalista: doveva succedere ed è andata così. Ma la mia è una città di grandi lavoratori, siamo gente testarda e riusciremo a recuperare anche dopo questa battaglia. Spero che tutto ciò ci possa rendere migliori: già da ora noto una maggiore solidarietà nei confronti degli anziani, in futuro credo che potranno migliorare i rapporti tra persone che non si conoscono: c’è grande unione e solidarietà”.
LA QUARANTENA DI GAGLIARDINI
“La quarantena? Mi godo il mio piccolo Tommaso, di otto mesi, che prima non riuscivo a seguire con così tanta attenzione. Ora non mi perdo nulla: è bellissimo vederlo crescere, imparare e giocare ogni giorno in un modo diverso. Poi mi alleno, gioco alla PlayStation o con i miei cani e mi do da fare in cucina. Il mio piatto migliore? Faccio un’ottima carbonara...”
L’intervista completa è sull’edizione di Tuttosport oggi in edicola