Dici Carrara e, nel mondo, il primo pensiero va al marmo. Da sempre. Ma la storia di questa città ad un passo dalla Liguria non è soltanto arte e sculture. Anzi. Col pallone, Carrara, è legata da un filo doppio. Fortissimo. Non tanto per una squadra che, nel tempo, tra problemi e difficoltà, si è goduta comunque tanti anni di professionismo. Quanto per i suoi volti copertina. Fino a poco fa, Carrara era soprattutto un nome ed un cognome: Gigi Buffon. Un legame così forte da essere cucito anche sui guanti del portiere più famoso al mondo. CUIT, acronimo di Commando Ultrà Indian Trips (il gruppo dei tifosi della Carrarese), dice tutto. Ma a Carrara il pallone piace e ci sanno fare. Qui sono nati Chinaglia, Del Nero, Pasciuti e Lollo, qui l’ultima stella che ha iniziato a brillare è Federico Bernardeschi. A febbraio 2015, il carrarino più famoso del mondo difendeva sempre la porta della Juventus e quello più giovane, tornato a Firenze dalla parentesi felice a Crotone, era fermo per un grave infortunio. Aveva il 29 sulle spalle, un presente difficile ed un futuro di belle speranze. Un anno dopo, altro scudetto vinto e record di imbattibilità: sì, il fenomeno di Carrara è rimasto lo stesso. Ma il ragazzo in viola ha lasciato il 29 e si è preso il 10, ha lasciato l’infortunio alle spalle e si è caricato sulle spalle le speranze di una Fiorentina che è tornata ad innamorarsi dei suoi giovani. Sul fianco sinistro, Bernardeschi, si è tatuato il testo del Padre Nostro in latino. Che finisce con “Amen”. Direte… che c’entra? Basta spostarsi di qualche chilometro, quelli che separano Carrara da Sanremo. Lì c’è un altro carrarino che, tra le nuove proposte, nel 2016 domina il Festival con la sua “Amen”. Tifa Juventus, ammira Bernardeschi: si chiama Francesco Gabbani e la sua spensieratezza irriverente conquista l’Ariston. Altro anno, altra storia. Un altro numero 10, quello del televoto di Gabbani nella finale di un Festival giocato questa volta da big. Nella serata in cui l’altro 10, Bernardeschi, chiude la gara contro l’Udinese in tempo per vedere e fare il tifo per chi viene dalla sua stessa terra. Il finale? Lo sappiamo. La sua Occidentali’s Karma vale i tre punti e la Palma d’Oro. La sua scimmia fa ballare l’Italia, la Lega Nazionale Dilettanti addirittura invita i giocatori ed esultare tutti così oggi in campo. E quindi no, Carrara non è solo marmo. Perché il marmo non balla, ma i numeri 1(0) sì.
Data: 12/02/2017 -