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Data: 01/03/2019 -

Le verità di Coco: "Mai preso cocaina. Ancelotti mi rivoleva, Galliani no"

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Una carriera interrotta a trent'anni, una vita sempre sotto i riflettori. Fra voci, scandali e bugie. "Mai drogato. E un'operazione mi ha rovinato". Oggi Coco ha 42 anni e riparte da una scuola calcio a Napoli
Una carriera interrotta a trent'anni, una vita sempre sotto i riflettori. Fra voci, scandali e bugie. "Mai drogato. E un'operazione mi ha rovinato". Oggi Coco ha 42 anni e riparte da una scuola calcio a Napoli

L’ESTATE DEL 2002, FRA COREA E ANCELOTTI. COCO: “SAREI CORSO AL MILAN, MA…”

Bella Barcellona, ma l’Italia chiamò.Prima l’Inter. Da gennaio iniziai ad avere contatti per andare là. Poi però, alla fine di aprile, arrivò la telefonata di Ancelotti”. Terim era durato tre mesi, Carletto aveva preso il suo posto. “Due ore al telefono per convincermi a tornare. Per lui sarei andato a piedi a Milanello ma dissi che volevo che Galliani mi chiedesse in ginocchio di tornare”. La possibilità di tornare a casa cadde. Una settimana dopo Coco, insieme a Puyol e Xavi, guardava alla tv l’inizio della sua fine. Era il 5 maggio del 2002: Lazio-Inter 4-2. “Capii che sarebbe stato difficile uscire da quel tunnel per tutti”.

Ma in quell’estate, ne attraversò un altro, senza mai trovare la luce. In Corea del Sud, contro la Corea del Sud e Byron Moreno. Fuori agli ottavi di Coppa del Mondo, “per colpa di un arbitro che ci guardava con occhi da ebete prendendo decisioni folli. Ricordo quello sguardo perso nel vuoto e l’odore di aglio dello stadio: irrespirabile. Non fu una partita di calcio, la sensazione in campo era di non potere uscire vincitori in alcun modo dal campo”.

Castigati da un golden gol, ma non solo. Coco giocò tutti i 116 minuti. Buona parte con un ‘turbante’ insanguinato. Segni di una partita che lascia ancora cicatrici.

L’INTER E QUELLA MALEDETTA OPERAZIONE: “SEI MESI A LETTO”

La vita può cambiare in un momento. Sudden death, regola accantonata. Morte improvvisa, nome forte ed evocativo. Quel 18 giugno andò così. La Fifa tolse quella regola dopo il mondiale, eppure Coco ebbe un’altra sorta di morte sportiva.Tutto cominciò nel novembre del 2003. Un dolore fortissimo alla gamba sinistra e in tutta la zona lombare dopo Inter-Ancona. L’inizio della mia fine”. Un problema al nervo sciatico, il calvario alle porte. “Lo staff medico suggerì una piccola operazione per disostruire il nervo. Stimarono i tempi di recupero intorno ai 40 giorni. Rimasi fuori un anno e tre mesi. Qualcosa era andato storto. E pensare che il neurochirurgo che mi operò era un luminare. Quel 2 dicembre forse ebbe una giornata negativa. Ebbi paura di non riuscire più a camminare. Facevo fisioterapia e quando provavo a scendere con la sinistra, cadevo per terra. Non trovai il conforto di nessuno, fu un periodo terribile. Il Francesco che sognava di fare il calciatore non esisteva più”. Si era operato per non rischiare di saltare Euro 2004, finì per perdere tutto. “Tante volte ci penso al mondiale del 2006. A quello che sarebbe potuto essere. La vita è fatta di momenti: Grosso giocò sulla mia fascia, ogni tanto la mia mente ci torna…”.

Rientrò, ormai usurato. Sei presenze, poi due esperienze brevi, a Torino, dove aveva già giocato nel '99, poi a Livorno “e lì stavo tornando in forma ma mi ruppi il crociato. Dissi basta”.






Trent’anni e un sogno interrotto. Chiuse anche le linee di abbigliamento, una vita da rimodellare. Fugaci consolazioni mediatiche, flirt iniziati e conclusi, “in attesa ancora oggi di trovare l’amore vero. Perché sono lo stesso sognatore di quando avevo 18 anni. Vorrei un figlio e crescerlo con la persona che amo. Una mamma che lo crescesse come la mia ha fatto con me. Non parlo da una vita con mio padre, essere figli di genitori separati porta a questi problemi. Voglio essere certo che mio figlio non li debba vivere. Mi hanno sempre fatto passare per un cretino o per un superficiale. La frase che sento più spesso è ‘credevo che fossi così e invece sei…’. Credo nella famiglia e nell’essere persone libere. E quando guardo i bambini della mia academy, ritrovo la mia libertà. Quella originale”.

Jim Morrison scriveva: “Bimbo mi chiedi cos'è l'amore? Cresci e lo saprai. Bimbo mi chiedi cos'è la felicità? Rimani bimbo e lo vedrai”.

Una frase che potrebbe essere scritta all’ingresso dell’academy “Francesco Coco”.

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