Due anni e mezzo con la maglia dell'Inter, un addio che, alla fine, è arrivato proprio sul più bello. Eder ha lasciato l'Inter, proprio dopo che i nerazzurri hanno ottenuto quel maledetto quarto posto guadagnandosi un posto nella prossima Champions League. Che, dunque, Eder non giocherà. "Ma è giusto così", commenta l'attaccante ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. "In Cina mi volevano già dopo l'Europeo, ma non era il momento. Adesso invece sentivo la necessità di cambiare aria, e lo Jiangsu è stata un'ottima scelta".
Dopo i primi mesi da protagonista, Eder nell'ultima stagione non è riuscito a trovare continuità e spazio tra le file degli attaccanti nerazzurri: "Spalletti non mi ha fatto giocare molto, ma sono oggettivo e mi rendo conto che è un grande allenatore. Vuole vincere lo scudetto e sono certo che la prossima stagione non sarà impossibile riuscirci. La società è ambiziosa, colpi come Nainggolan o Asamoah lo dimostrano. Luciano, poi, è un vero e proprio insegnante di calcio, al livello di Conte".
Ecco, Conte. Quello che, sulla panchina della Nazionale, ha fatto entrare per qualche settimana la coppia Eder-Pellè nel cuore di tutti gli italiani: "Con lui al posto di Ventura, l'Italia sarebbe andata in Russia con la sigaretta in bocca. Antonio è maniacale, ricordo ancora il primo gol contro il Belgio all'Europeo: l'avevamo studiato per una settimana e riuscimmo a metterlo in atto sul campo. Sgridava me e, qualche secondo dopo, Buffon. Nello stesso identico modo!".
Fuori Eder, dentro... Lautaro. Per qualche giorno, l'ex attaccante della Sampdoria ha giocato con il giovane argentino sul quale l'Inter ha deciso di scommettere: "Forza fisica, tecnica e un carattere forte, tipico di chi ha giocato in Argentina. Ha tutto per diventare grande, e con un maestro come Icardi al suo fianco non potrà che migliorare". Da maestro a re del gol: il capitano nerazzurro potrebbe rispondere a svariati appellativi. Certo, il prossimo anno, per conquistare il titolo di capocannoniere servirà battere un rivale non da poco. Un certo CR7. "Fortissimo, ma a calcio si gioca in 11. L'arrivo di Cristiano contribuirà ad alzare il livello dell'intero campionato, ma sono convinto che, con meno distrazioni contro le squadre di medio-basso livello, questa Inter potrà sfidare la Juventus nella lotta-scudetto".
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