Se entrate nello spogliatoio dell’Ecuador e chiamate “Caicedo” o “Valencia”, si gireranno in parecchi. Almeno in due per entrambi i cognomi. Ma attenzione: nella rosa di Gustavo Alfaro non ci sono Felipe - in Italia con le maglie di Lazio, Inter e Genoa - né Antonio, che ha detto basta con il calcio dopo una vita al Manchester United. I Valencia infatti sono Enner e Anthony. Il primo è il centravanti del Fenerbahce, da quest’anno si gioca il posto con Joao Pedro e dal 2014 al 2016 ha giocato in Premier con le maglie di Everton e West Ham. È quello con più esperienza. Ma ci torneremo. L’altro Valencia è invece il trequartista dell’Anversa, squadra dove giocano Nainggolan e Alderweireld. Sui Caicedo invece c’è meno da dire: uno - Moisés - è il centrocampista tuttofare del Brighton di De Zerbi, l’altro - Jordy - è la punta di riserva del Tigres. Il titolare è Andre Pierre Gignac e dietro scalpita anche l’ex Roma Nico Lopez. Quanti incroci.
La squadra di Alfaro è insomma un po’ tutta da scoprire e pensare che al Mondiale ha rischiato anche di non andarci. Già, perché sia il Cile che il Perù avevano fatto ricorso al Tas Internazionale di Losanna, chiedendone l’esclusione per via della presunta falsificazione dei documenti per ottenere il passaporto di un giocatore nato in Colombia, Byron Castillo Segura. Sarebbe emerso un audio in cui raccontava di essere nato in Colombia nel ‘95 e non in Ecuador nel ‘98, come raccontano i documenti. Ma è tutto rientrato e la nazionale gialloblù giocherà la Coppa del Mondo. Starà a loro dimostrare di esserne all’altezza.
L’allenatore
Chi lo conosce racconta Gustavo Alfaro come uno schivo, riservato, uno che parla poco e che di rado dice cose sbagliate. Sa capire i momenti. Argentino, ha giocato un po’ nell’Atletico Rafaela, per poi concentrarsi sulla carriera da allenatore. Dicono che lo fosse già quanto giocava, centrocampista dai pieni buoni che dettava i tempi. Da tecnico ha girato tanto, in Argentina soprattutto. Arsenal di Sarandi, Rosario, Huracan e Boca tra le altre. Ora, dallo scorso anno, è il c.t. dell’Ecuador. Ha preso in mano la squadra in un momento complicato, dopo che Jordi Cruyff se ne era andato dicendo che “non c’erano le basi per un progetto serio”. La federazione ha scelto di puntare su di lui, che si è rimboccato le maniche e li ha portati fino in Qatar. Se lo merita. Adesso il Mondiale li aspetta.
Come gioca la squadra di Alfaro
Nell’ultimo anno la squadra ha sempre giocato con il 4-2-3-1. Tutto fa pensare che Alfaro lo riproporrà anche al Mondiale. L’obiettivo è sfruttare la velocità degli esterni, Sarmiento da una parte - altro giocatore del Brighton in rosa insieme a Estupinan e Caicedo - e Plata del Valladoid dall’altra. Curiosità: Estupinan nel 2016 aveva firmato con l’Udinese, senza però riuscire a esordire. È stato girato all’Almeria e ha giochicchiato in Spagna tra i biancorossi, il Maiorca, l’Osasuna e il Villareal. Ha fatto in tempo ad alzare la coppa in faccia al Manchester United prima di volare in Inghilterra. Il centravanti invece è Michael Estrada. A lui il compito di sbloccare un attacco che nelle ultime 6 amichevoli ha portato solo due gol. Magari potrebbero rifarsi subito, già nella prima uscita contro i padroni di casa del Qatar. Solo li inizieremo a capire veramente che squadra è quella di Alfaro e cosa dovremo aspettarci.
I migliori giocatori
Di alcuni abbiamo già parlato. Di Enner Valencia e Moisés Caicedo. Ma non ci sono solo loro. Un altro giocatore in vetrina è senza dubbio Piero Hincapiè, 20 anni, difensore del Bayer Leverkusen. Dicono che sia il miglior difensore centrale, almeno in prospettiva, di tutto il Sudamerica. Etichetta non da poco. La sua crescita è esponenziale: sognando Puyol (il suo idolo per carattere, grinta e dedizione, oltre che per ruolo), Hincapié rappresenta già la "gloria futura dell'Ecuador". Così dicono dalle sue parti. In estate il Leverkusen ha speso sette milioni per strapparlo al Talleres e portarlo in Bundesliga. Finora 13 presenze e un gol. Il Mondiale potrebbe essere un ulteriore step. Piero non ha nessuna voglia di fermarsi. Poi c’è la sorpresa Kevin Rodriguez. Attaccante dell’Imbabura, squadra della città di Ibarra, che gioca e segna in seconda divisione ecuadoriana. Lo scorso anno giocava in C, adesso andrà al Mondiale. Stupisce che in nazionale ha fatto solo ‘20 minuti, sabato scorso contro l’Iran. Trovarsi al Mondiale non gli sembrerà vero. Poi, sempre in attacco, di storia ce ne è un'altra: quella di Djorkaeff Raesco, attaccante, che si chiama così proprio in onore di Youri Djoerkaeff,m fantasista francese ex Inter. Suo padre Neicer, ex calciatore e nazionale ecuadoriano, era infatti un grande fan e ha scelto di chiamare suo figlio così. Un pò come ha fatto Buffon, che ha chiamato il suo primogenito Louis Thomas, per omaggiare il portiere del Camerun N'Kono.
I convocati:
Portieri: Alexander Domínguez (Liga de Quito)
Hernán Galindez (Aucas)
Moisés Ramírez (Independiente del Valle)
Difensori: Piero Hincapié (Bayer Leverkusen)
Robert Arboleda (San Paolo),
Pervis Esupiñán (Brighton)
Angelo Preciado (Gent)
Jackson Porozo (Troyes),
Xavier Arreaga (Seattle Sounders)
Diego Palacios (Los Angeles FC)
Félix Torres (Santos Laguna)
William Pacho (Antwerp)
Centrocampisti: Carlos Gruezo (Augsburg)
José Cifuentes (Los Angeles FC)
Alan Franco (Talleres),
Moisés Caicedo (Brighton)
Angel Mena (Leon),
Jeremy Sarmiento (Brighton)
Jhegson Méndez (Los Angeles FC)
Ayrton Preciado (Santos Laguna)
Romario Ibarra (Pachuca)
Gonzalo Plata (Real Valladolid)
Attaccanti: Djorkaeff Reasco (Newell’s Old Boys)
Kevin Rodriguez (Ibabura)
Enner Valencia (Fenerbahce)
Michael Estrada (Cruz Azul)