"E' assolutamente la scelta giusta". Così, senza pensarci un attimo, Blerim Dzemaili ha commentato la decisione di Aurelio De Laurentiis di affidare la panchina del Napoli a Walter Mazzarri. Parole con cognizione di causa, da parte dell'ex centrocampista, protagonista della prima avventura dell'allenatore al club azzurro, rilasciate ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Leggi anche: "Al via il Mazzarri-bis: la giornata"
"Mazzarri può dare la scossa: si fa capire dai giocatori"
Blerim Dzemaili ha giocato a Napoli dal 2011 fino al 2014, allenato per due stagioni da Mazzarri, arrivando a vincere il primo trofeo del club dall'era di Maradona: la Coppa Italia del 2012. Un Napoli, quello, reso grande dall'allenatore di San Vincenzo, che adesso è chiamato a farlo rialzare. "Può dare la scossa. E' un bravissimo allenatore: si fa capire dai giocatori, chiede cose semplici ma efficaci, per questo penso che sia l'uomo giusto in questo momento di difficoltà" commenta Dzemaili, che proprio sull'avvio non positivo si è fatto una sua idea: "Sono arrivati tanti cambiamenti, soprattutto l'allenatore. Spalletti era l'uomo perfetto per questa squadra, mentre Garcia non è riuscito a esprimersi al meglio".
Per capire meglio l'empatia e il rapporto che Mazzarri mantiene con i giocatori, Dzemaili ha raccontato un aneddoto personale: "Pensare che all'inizio ho avuto dei problemi con lui. Nei miei primi mesi a Napoli non mi faceva giocare, preferendomi spesso Gargano e Inler. Capivo di essere arrivato in una grande squadra, ma avevo una voglia matta di scendere in campo. Nonostante ciò, lui mi ha sempre parlato, dicendomi di stare tranquillo e che il mio momento sarebbe arrivato". Il risultato? Ottanta partite in due stagioni, spesso da protagonista: "Sono stati anni fantastici, è stata la squadra più importante della mia carriera".
Oltre che con i giocatori, la prima avventura di Mazzarri a Napoli, quella del tridente Hamsik-Cavani-Lavezzi, è diventato culto per gli appassionati di Serie A e rimasto nel cuore dei tifosi, è stata caratterizzata da un grande rapporto con la piazza, dovuta anche allo stesso atteggiamento dell'allenatore: "Sta vicino alla gente. E' una persona molto normale. Non arrogante. Noi abbiamo sempre cercato di vivere Napoli come una piazza normale, nonostante la sua importanza, stando vicini ai tifosi".
Leggi anche: "Da Zurigo a Zurigo, Dzemaili si racconta: Napoli mi è rimasta nel cuore"
Sul modulo: "Sia lui che i giocatori dovranno adattarsi"
Una delle incognite maggiori del Mazzarri-bis è quella relativa al modulo. La fortuna del Napoli di Spalletti è arrivata con il 4-3-3, spesso messo da parte da Garcia, mentre è nota la predisposizione del nuovo allenatore alla difesa a tre. Come andrà a finire? Per Dzemaili ci dovrà essere un'unione di intenti: "Sì, la squadra è costruita per giocare con il 4-3-3, ma credo anche che Di Lorenzo, Olivera e Mario Rui possano fare i quinti. Lui deve essere bravo ad adattarsi alla realtà, ma anche i giocatori alle sue idee".
Che fa Dzemaili dopo il ritiro?
E Dzemaili, invece? Dopo il ritiro arrivato a maggio con la maglia dello Zurigo, non si è in realtà mai fermato: "Dopo venti anni sono tornato "alla realtà", dedicando più tempo alla mia famiglia e a mio figlio. Lavoro in televisione, in quella ticinese, seguo la nazionale svizzera". Per un ritorno in campo, invece, nessuna fretta: "Vediamo cosa arriva. Per ora giro, incontro direttori, dirigenti, voglio girare e informarmi. La direzione comunque è quella del management".