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Data: 28/10/2020 -

Da Apecchio all'Emirates: Giovagnoli e Rossi, gli emigranti del Dundalk

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Da Apecchio a Dundalk. Passando per New York. Dal cuore delle Marche a quello del mondo, fino a una cittadina irlandese di 35mila persone. “Ma non crediate che non ci sia pressione. Ce n’è eccome…” Filippo Giovagnoli festeggerà i 50 anni tra un mese ma il regalo se lo farà già domani sera, a Emirates contro l’Arsenal. “Se avessi potuto scegliere, avrei scelto il Tottenham di Mourinho. Ti immagini a litigare in italiano con Mou a casa del Tottenham? Lui è una testa calda ma anche io…” scherza a telefono.

Sta lasciando il centro sportivo del Dundalk per tornare a casa dopo una giornata di lavoro. Accanto a sé, Giuseppe Rossi, nome inflazionato ma sua spalla destra da sempre. “Io avrei scelto il Napoli per incontrare Gattuso: era il mio idolo da giocatore e lo apprezzo da allenatore” replica il vice. Questa curiosa coppia italiana è partita da Apecchio dieci anni fa e si ritrova oggi alla guida del Dundalk, Cenerentola in Europa League. “Solo tre volte le squadre irlandesi erano arrivate ai gironi: gli altri due allenatori sono oggi al comando della nazionale maggiore e dell’under 21”. Mica male.

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Un viaggio partito da lontano. “Nel 2012 sono andato via dall’Italia: ero già allenatore a Gubbio dopo una carriera passata in Serie C. Ma ero anche direttore tecnico dei Milan Camp. Mi spedirono in America per visionare alcuni calciatori e non sono tornato più a casa”. A New York una fetta di nuova vita: “Mi proposero di aprire una scuola calcio, dissi a mia moglie di fare le valigie: «Proviamoci per un anno, al massimo ci saremo goduti New York» era stato il mio invito. E invece ci sono rimasto a lungo ed è stato importante per completare la mia formazione. Ho trovato una gran preparazione in America, tanta attenzione ai giovani”.

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Dalla scuola calcio alla chiamata della Metropolitan Oval Academy, tra le più importanti del panorama calcistico americano. “Sono piaciuto ai loro dirigenti per il mio modo di lavorare e fare le cose e così sono diventato direttore tecnico. Avevo bisogno di allenatori bravi e soprattutto di persone eccezionali, così ho pensato a Giuseppe”. Giovagnoli e Rossi, più giovane di dieci anni, sono partiti dallo stesso palazzo di Apecchio e non si sono mai persi di vista. “Anche io ho giocato tra i semi professionisti, volevo allenare ed ero a Londra da un anno quando Filippo mi ha chiamato. Non ci ho pensato due volte” racconta Giuseppe.

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Anni di lavoro che frutta, la soddisfazione di formare tanti giovani talenti per le squadre professionistiche americane ma anche per il calcio italiano - “Misitano è stato acquistato dalla Roma quest’anno, è un italo-americano che si allenava con noi e aveva già tante proposte in America”, raccontano -. Poi la chiamata in Irlanda. “Il direttore del Metoval Jeff Sanders conosceva la proprietà del Dundalk e ha fatto i nostri nomi. È una missione kamikaze, ma a noi piacciono le sfide” dice col sorriso Giovagnoli.

Quando siamo arrivati, nessuno credeva in noi: «Da dove arrivano questi qui?» era la domanda di tutti. Ma al primo allenamento conoscevamo i nomi di tutti i calciatori, avevamo studiato bene e la squadra è rimasta colpita dalle nostre idee. Hanno lavorato sodo e…” Ed è arrivata l’Europa: “Abbiamo superato squadre fortissime per arrivare ai gironi. Così, da co**ione sono diventato eroe. Dopo la qualificazione sui social giravano immagini di me coi vestiti da Papa. Papa Filippo. O hanno messo la mia faccia su quella de Il Padrino” racconta divertito. Da Times Square a Emirates, dopo l'esordio sfortunato col Molde ora l’ostacolo si chiama Arsenal: “Ci divertiremo e poi penseremo al campionato. Vogliamo chiudere al terzo posto per giocare ancora in Europa l’anno prossimo”. E il futuro? “Non lo conosciamo, ma non ci pensiamo ora. Gli States, l’Irlanda, l’Italia…l’importante è che saremo noi a scegliere”.



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