Rinnovo e fascia da capitano del Milan o Juventus? Il futuro di Mattia De Sciglio ruota intorno a queste due opzioni. Contro l'Atalanta il "campioncino" fatto in casa ha giocato la sua partita numero 100 in serie A e pochi giorni dopo ha vinto la Supercoppa italiana, la seconda in carriera. Stagione della rinascita dopo tre anni non all'altezza delle aspettative:
"E' stato un 2016 davvero molto bello ed emozionante, questo successo l’ha reso unico" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Dopo la delusione della Coppa Italia alla fine della scorsa stagione avevamo una gran voglia di rivincita sulla Juve. E poi questo per quasi tutti noi è il primo trofeo della carriera, quindi ancora più speciale. Rivincita? Sì, la Coppa Italia ci era andata di traverso, perché eravamo consapevoli che avremmo meritato noi. Così abbiamo meritato a Doha. A parte i primi 20’, siamo venuti fuori alla grande, loro alla fine sono crollati e noi abbiamo avuto diverse occasioni per chiuderla prima dei rigori. Così, però, è stata una vittoria ancora più sofferta, e quindi più goduta".
De Sciglio futuro capitano? "Mi piacerebbe molto. La fascia l’ho già indossata nelle giovanili, è bello ed è una grossa responsabilità. In Qatar è stata una sensazione magnifica. E poi essere il capitano della squadra per cui hai sempre tifato è il massimo. Giovane vecchio? Sì, direi che è la definizione giusta, anche se mi sento ancora giovane... Ho da poco raggiunto la 100 in A, è un traguardo bellissimo, peccato per gli infortuni perché avrei potuto arrivarci prima. Pensare che sono passati già più di 4 anni dal mio esordio fa effetto, sono volati. Insomma, sono ancora giovane, ma vedendo Donnarumma e Locatelli che ne hanno 67 meno di me... Donnarumma è stato bravissimo e continua a esserlo nel mantenere un equilibrio che non fa smarrire la strada. E’ molto facile perderla quando sei così giovane e ti capita tutto così in fretta. Locatelli, per avere 18 anni, si sta comportando molto bene. Mi spiace per Calabria, che è fuori da tre mesi, ma ci metto dentro anche lui".
Accanto ai giovani servono guide esperte: "Certo. I giovani da soli non bastano. Occorre la presenza di giocator i d ’ esperienza , che aiutano a venir fuori da certe situazioni. L’ho vissuto sulla mia pelle al primo anno con i compagni che poi hanno lasciato. Serve assolutamente un mix. Ora siamo un bel gruppo di giovani, italiani e non solo italiani. E’ qualcosa di molto bello e particolare, anche guardando le altre squadre. Con ragazzi di questa età il Milan è a posto per prossimi 15 anni. Anche di più. Il Milan può e deve ripartire da questa base. E’ senz’altro un nuovo inizio, perché è il primo trofeo importante, ci dà tanta consapevolezza in più. Il discorso Champions è difficile perché la concorrenza è tanta, ma se riusciamo a essere costanti nel rendimento e risultati, è giusto avere l’ambizione di tornarci. Manca da tre anni, e sono troppi".
Mercato? Per De Sciglio non servono acquisti: "Io dico che si è formato davvero un bel gruppo, anche nello spogliatoio, e la cosa si riflette in campo perché ci aiutiamo molto. Ora poi l’infermeria è quasi vuota, siamo un buon numero e quindi, per come la vedo io, stiamo bene così. Si lavora bene, si impegnano tutti, cosa volere di più? Sento parlare tanto di Bacca, ma sarebbe brutto se ci lasciasse. Per noi è un giocatore importante. Mi piacerebbe se il gruppo restasse lo stesso. Juventus? In questo momento, ma era così anche in estate, sono concentrato su questa maglia. Se inizi a farti distrarre dalle voci, poi rischi di perdere la concentrazione in campo. Sto bene al Milan, l’atmosfera è bella. Quanto al rinnovo (2018), ne devo parlare con la società, ancora non si è affrontato il discorso, nemmeno col mio procuratore. Lo faremo con molta tranquillità".
Rapporto con Montella? "La sua stima mi ha fatto piacere. L’anno scorso avevo giocato meno, mi serviva sentire nuovamente la fiducia del tecnico. Lui è stato il nostro uomo in più, ci ha aiutato molto. Ci ha trasmesso subito il suo metodo, cose molto diverse da quelle a cui eravamo abituati negli anni scorsi. E poi nei momenti di sofferenza ci compattiamo, cosa che fino all’anno scorso non eravamo in grado di fare. Mentalmente ci ha restituito consapevolezza, con la Juve è stata la cartolina perfetta del nuovo Milan: siamo andati sotto, abbiamo reagito e abbiamo vinto". Troppe critiche per Mattia: "A volte credo di essere criticato un po’ troppo severamente. Sbagliare capita a tutti. Nei giudizi vengo spesso definito timido, ma pochi si accorgono che in fase di possesso dietro ci mettiamo a tre con un terzino bloccato, cioè io, e l’altro autorizzato a salire, cioè Abate. Sono consegne precise del nostro allenatore".