Una lunga intervista, come non ne rilasciava da qualche mese, in cui si è soffermato su tanti temi. Aurelio De Laurentiis ai microfoni di Sky Sport ha anche confermato l'imminente arrivo di Pavoletti al Napoli, che sosterrà le visite il 28. "Un regalo di Natale per i tifosi? Pavoletti. Deve fare le visite mediche nei prossimi giorni. Auguriamoci che sia un Pavoletti forte e in forma". Spazio poi a considerazioni su Maurizio Sarri e il suo gioco: "L'allenatore deve essere la parte forte di un gruppo, un elemento con cui la società si deve sempre confrontare. Poi ci sono quelli che vogliono determinati giocatori e quelli che ti lasciano fare. Noi giochiamo talmente tante partite che ci sono i momenti in cui uno è più in forma; ma avere sempre 11 cervelli e la giusta fisicità facendoli coniugare con la mentalità, per questo ci vorrebbe soltanto un computer. Il momento più bello del 2016? Tutti belli, questo Napoli fa divertire quando gioca e si diverte, ed è un merito di Sarri. E' un metodo che Sarri ha insegnato dalle sue capacità e l'ha esportato nel Napoli. E non possiamo lamentarci se qualche volta uno non è sempre così preciso e perfetto nei 90 minuti. Con le nostre partite non ti addormenti mai".
De Laurentiis ha anche parlato del Milan, a cui toglierebbe qualche giocatore, e del gap con la Juventus: "Il Milan ha dimostrato di saper stare in campo. Ieri hanno dato il massimo. Hanno due o tre giocatori che mi piacciono moltissimo e possono anche fare al caso nostro. Qualche esempio? Non voglio farne, ma glieli ammiro, sono ben allenati. Anche l’allenatore sta facendo molto bene. Il gap con la Juve c’è soltanto societariamente. Loro hanno una storia immensa perché è immensa la storia della loro famiglia. Sono stati i re d’Italia. Se l’Italia ha avuto un re è stato il signor Agnelli che gli ha creato un impero. Roba da far paura. Da un punto di vista di potere economico non ce n’è né per il Barcellona, né per il Real, né per il City, per nessuno. Ma così forte non la vedo, la loro forza sta nella continuità e nella consapevolezza di essere la Juventus. Napoli è una filosofia d’ambiente, di amore. Mertens? Credo che sia uno scugnizzo, forse anche più di Insigne. Lui è uno scugnizzo spensierato, Insigne uno scugnizzo pensieroso - il pensiero di De Laurentiis -. Vendere il Napoli? Mai, se non quando mi sarò stancato del mondo del calcio. Io sono giovane in questo mondo, un venticinquenne. Stadio? Dobbiamo ringraziare i ministri degli interni che si sono avvicendati che non sono stati capaci di farci creare una situazione corretta perché si potessero gettare le leggi corrette per la costruzione degli stadi".