Era iniziato tutto il febbraio scorso, con una foto divenuta virale all'interno di ogni social network. La povertà al centro di tutto, in luoghi scossi da continui conflitti bellici interni a dispetto dei quali riuscire, comunque, a sorridere: una TV dove poter ammirare ed idolatrare fuoriclasse del mondo del calcio ed lo spiazzo sterrato, davanti a casa, per tentare di emularne le gesta. E in qualunque modo: anche con un sacchetto di plastica a righe biancocelesti addosso, trasformato in maglia della Seleccion argentina di...Lionel Messi. Con tanto di nome e numero impressi sulla schiena, grazie all'inchiostro di un pennarello indelebile.
Murtaza, piccolo bambino afgano di 6 anni, aveva commosso e conquistato tutti così. L'amore per il pallone e per il suo eroe calcistico sopra ogni cosa, con il forte desiderio di poter, un giorno, incontrare chi lo ha portato a trovare una via d'uscita da un mare di difficoltà. Un sogno che si è avverato oggi, quando ormai sembrava diventato tutto impossibile, grazie al viaggio in Qatar del Barcellona, chiamato a disputare un'amichevole a Doha contro l'Al Ahli. "Riceviamo migliaia di richieste simili: ci piacerebbe organizzare un incontro, ma non è possibile" aveva fatto sapere l'entourage di Leo: due maglie autografate e un pallone inviati a Murtaza, per far sì che quel sacchetto diventasse solo un ricordo, e nulla più. Fino a quando un'insolita trasferta blaugrana non ha permesso ai due, grazie alla disponibilità del Barcellona, di riuscire finalmente a conoscersi.
Qualche minuto trascorso in braccio al suo idolo, con addosso una delle maglie da lui regalate, "cinque" scambiato e tanta emozione, per un momento indimenticabile che solo qualche settimana fa sembrava impossibile vivere: le minacce di rapimento dei talebani, sospettosi e pretenziosi riguardo ad un eventuale aiuto economico ricevuto dalla famiglia del piccolo dopo le immagini diffuse in rete, e una fuga forzata a Quetta, in Pakistan, vivendo in 8 in una stanza. Per una quotidianità che resta difficile, Doha e Messi hanno finito per rappresentare (almeno per oggi) un sorriso enorme per Murtaza: di fronte ad un sogno che è divenuto, finalmente, realtà.