CORONAVIRUS, LE NEWS DAL CALCIO ITALIANO DEL 7 APRILE 2020
CORONAVIRIS, LE NEWS DAL CALCIO ESTERO DEL 7 APRILE 2020
23.30 - Dopo 76 giorni riapre Wuhan e termina l'isolamento: rimosse tutte le barriere erette il 23 gennaio scorso. Sono stati riaperti anche i collegamenti stradali, marittimi, ferroviari e aerei.
22.15 - La Fase 2 potrebbe avvenire in due step. E' quanto sarebbe emerso dal vertice tra il Premier Conte ed il comitato tecnico scientifico per fare un punto sull'emergenza Coronavirus in Italia.
Il primo passaggio consisterebbe in piccole aperture per le attività produttive, il secondo invece consisterebbe in una rimodulazione delle misure sugli spostamenti e uscite. C'è bisogno comunque ancora di molta prudenza, come ha ribadito Riccardi, rappresentante per l'Italia nell'Oms: "Serve cautela in attesa che ci sia una significativa riduzione dei casi".
21.40 - "In questo momento è molto probabile che l'indice R0 sia sotto l'1. Le misure hanno funzionato e ora possiamo programmare il futuro". Il Ministro della Salute Speranza ha parlato così ai microfoni de La7, durante la trasmissione Di Martedì. Il Ministro ha fatto riferimento all'indice R0 che indica la contagiosità del virus.
"La Fase 2? Ci vorrà tempo e gradualità - ha poi proseguito Speranza -. Ci sono paesi che hanno aperto prematuramente e poi hanno dovuto richiudere tutto di nuovo. Vincere la battaglia sanitaria sarà la premessa per un grande rilancio per il nostro paese, rimettendo al centro il lavoro".
19.00 - La FIP (Federazione Italiana Pallacanestro) ha dichiarato conclusa la stagione 2019/2020. La decisione è stata comunicata attraverso una nota ufficiale:
Il Presidente della Federazione Italiana Pallacanestro Giovanni Petrucci, considerata la determinazione della LBA di demandare ogni e qualsivoglia decisione in merito alla chiusura anticipata della stagione 2019/2020 e sentito per le vie brevi il Consiglio Federale, dichiara concluso il Campionato di Serie A.
Tale decisione è stata presa a seguito della perdurante emergenza epidemiologica da COVID-19 su tutto il territorio nazionale.
La FIP è determinata a tutelare la salute di atleti, tecnici, arbitri, dirigenti, di tutti coloro che partecipano all’organizzazione delle gare dei campionati e delle loro famiglie.
Considerato che dai DPCM e dalle Ordinanze emesse, fino a questo momento, dal Governo e dalle Regioni non emergono date certe circa la possibilità di ripresa dell’attività sportiva in condizioni di totale sicurezza, non si può pensare che si svolgano gare di basket sul territorio nazionale, ed in particolare nelle zone geografiche più colpite dall’epidemia.
Dal Governo, dalle Regioni e dalla scienza, inoltre, arrivano precise e stringenti indicazioni che riguardano il distanziamento sociale. Misure impossibili da attuare per uno sport di contatto come la pallacanestro.
E’ noto, altresì, che molte Società hanno autorizzato la partenza verso il loro Paese di origine di molti atleti di cittadinanza straniera. E’ dovere, quindi, della FIP assumere ogni iniziativa che possa tutelare le proprie affiliate ed i propri tesserati.
Dichiarare conclusa l’attuale stagione sportiva permette ai club ed ai tesserati di adottare tutti quei comportamenti necessari ad evitare ulteriori costi da sostenere in assenza di attività.
La FIP ritiene di adottare questo provvedimento anche in considerazione dell’impossibilità di disputare le gare alla presenza di migliaia di appassionati, patrimonio fondante del movimento cestistico italiano.
Queste sono le ragioni poste alla base della decisione di dichiarare concluso il Campionato di Serie A maschile per la stagione 2019/2020.
18.40 - “Invito tutti i milanesi a scaricare l'app allertaLOM, che permette di fornire volontariamente e in maniera anonima i propri dati alla Regione Lombardia per il monitoraggio dell'epidemia da COVID-19, attraverso l'aggiornamento dello stato di salute della popolazione”. È questo quanto si legge in un tweet pubblicato dal sindaco di Milano Beppe Sala.
18:35 - Repubblica riporta in esclusiva le conseguenze devastanti dell'epidemia sul lavoro secondo le stime contenute nel rapporto dell'OIL, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro: "Si prevede che la crisi ridurrà il numero di ore lavorate nel mondo del 6,7% nel secondo trimestre del 2020, equivalenti a 195 milioni di lavoratori a tempo pieno. Ma secondo la nuova pubblicazione, in alcuni settori sono circa 1,25 miliardi i lavoratori ad alto rischio per l'incremento drastico e devastante dei licenziamenti e delle riduzioni dei salari e dell'orario di lavoro". L'analisi completa su repubblica.it.
18:15 - Il capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha comunicato il bollettino relativo alla giornata di oggi su positivi, guariti e deceduti per coronavirus in conferenza stampa: "Oggi si conferma una diminuzione del trend di crescita dei contagiati. L'incremento complessivo è di 3.039. Gli attualmente positivi sono 94.067, con soli 860 pazienti da ieri: è l'incremento più basso dal 10 marzo. Si allenta la pressione sugli ospedali. C'è un decremento di 106 pazienti in terapie intensiva, che passano 3.792 in totale; il 65% dei positivi resta in isolamento domiciliare con sintomi lievi o senza sintomi. Registriamo purtroppo 604 nuovi deceduti. Il totale dei guariti passa a 24.392, 1.555 in più rispetto a ieri: è il secondo valore in assoluto più alto in termini di guariti. La Protezione Civile ha raccolto nel proprio conto 110 milioni, voglio sottolineare la generosità di grandi e piccoli donatori; oggi sono stati spesi circa 19 milioni per ventilatori polmonari e dispositivi di protezione individuale".
16.03 - Cinquemila morti in meno di cinque giorni: questa la drammatica tabella di marcia della pandemia negli Stati Uniti, dove il numero delle vittime - secondo la John Hopkins University - è arrivato a sfiorare le 11 mila. I casi di contagio sono ora 368.449. A riportarlo è l’Ansa.
15.10 - “Boris Johnson è in terapia intensiva, è curato dal suo team medico, riceve le cure migliori dallo staff dell’ospedale St Thomas”, a fare il punto sulle condizioni del Premier britannico è Michael Gove, ministro dell’Ufficio del governo, in un’intervista alla BBC. Secondo quanto affermato da Gove, “Johnson è in buone condizioni e pieno di vita” e non sarebbe attaccato a un ventilatore polmonare ma riceve ossigeno.
14.20 - "Il numero di uomini e donne che perderanno la vita per il virus continuerà a crescere. Nei prossimi giorni in vista della Pasqua non dimenticate mai che si è portato via già 16.523 vite umane”, le parole del Commissari straordinario per l’emergenza sanitaria Domenico Arcuri. “Torno a supplicarvi, nelle prossime ore non cancellate mai questo numero dalla memoria. Attenti a illusioni ottiche, pericolosi miraggi, non siamo a pochi passi dall'uscita dell'emergenza, da un'ipotetica ora X che ci riporterà alla situazione di prima, nessun liberi tutti per ritornare alle vecchie abitudini".
10.30 - L'assessore lombardo Giulio Gallera è tornato poi sulla polemica con il governo relativa alle mancate chiusure nell'area di Bergamo. La Regione Lombardia non ha proceduto a dichiarare i Comuni di Nembro e Alzano Lombardo zona rossa, perché "quando il 5 marzo sono arrivate le camionette dell'esercito noi eravamo convinti che sarebbe stata attivata" dal governo e "non avrebbe avuto senso per noi fare un'ordinanza. Poi il governo ha deciso di fare la zona rossa su tutta la regione" ha ad Agorà. "Avremmo potuto farla noi? Ho approfondito e effettivamente c'è una legge che lo consente".
"Siamo stati travolti da uno tsunami - ha detto sempre ad Agorà - un'ondata pazzesca e ne siamo ancora dentro. Che qualcuno venga qua a valutare negativamente singoli episodi o singole azioni, lo trovo ingeneroso". Quanto alle accuse di lentezza sulla chiusura e il delineare in fretta la zona rossa, Gallera parla di "cerino in mano" nella gestione della Lombardia come zona arancione/rossa. "Se ci avessero detto subito che non la volevano fare - dice riferendosi al governo - ci saremmo mossi diversamente".
10:00 - Con lo scoppio dell'emergenza sanitaria, Prada, uno dei marchi leader nel settore della moda e del lusso a livello mondiale, ha deciso di dare il suo contributo riconvertendo lo stabilimento di Montone, in provincia di Perugia, dalla produzione di pantaloni a quella di 110mila mascherine per il personale medico della Toscana. "Ci lavorano circa 200 operai, e sono entusiasti di poter aiutare tutti coloro che lottano in prima linea contro il virus", spiega Claudio Bormida, responsabile dello stabilimento. "Siamo orgogliosi e l'iniziativa potrebbe proseguire, anche se non vediamo l'ora di tornare alla nostra vita di sempre".
8:30 - Il decreto scuola: che cosa cambia. I quattro punti: Per la maturità solo una prova orale (anche via web). Nessun esame di terza media, solo una tesina. Si ricomincia il 1° settembre, da valutare se in classe oppure no. Tutti promossi (salvo i maturandi) e stop al sistema dei debiti.
- per la Maturità 2020 sono confermate le indiscrezioni della vigilia: l’esame solo orale, che potrà svolgersi anche da casa, se non sarà possibile convocare i maturandi a scuola alla fine di giugno. A giudicarli sarà la commissione interna, cioè i professori delle singole classi, con un presidente esterno. Gli studenti saranno tutti ammessi, vista la straordinarietà della situazione.
- l’esame di terza media è la misura più drastica dell’intero decreto: la prova finale è destinata a scomparire quest’anno, a meno che non si torni a scuola prima del 18 maggio, che è uno scenario molto remoto. L’esame di terza media sarà sostituito da una tesina, «un elaborato del candidato», si legge nel decreto.
- il prossimo anno scolastico inizierà lo stesso giorno in tutta Italia e non con i calendari regionali differenziati. Gli studenti saranno in classe già il primo o al massimo il 2 settembre. Non è ancora chiaro se saranno a scuola o se si ricomincerà con la didattica a distanza che con il decreto di ieri diventa obbligatoria: è ormai una modalità di insegnamento e i professori non potranno rifiutarsi di collegarsi da casa con i propri studenti.
- promozione eccezionalmente garantita a tutti, salvo a chi dovrà fare la maturità: nessun bocciato né rimandato, congelato il meccanismo dei debiti.
8:15 - Pronto il primo test italiano per la patente d’immunità. Arriva il primo esame del sangue tutto made in Italy, per verificare chi ha sviluppato gli anticorpi al Covid-19. Dopo sei settimane di studi condotti al Policlinico San Matteo di Pavia, la multinazionale di diagnostica DiaSorin è pronta al lancio di un test sierologico. Entro due settimane è attesa la certificazione Ce, poi potranno partire i test sulla popolazione (con un costo inferiore a 5 euro ciascuno). Il risultato arriva in un’ora. In Italia potranno essere processati circa 500.000 campioni al giorno.
Il test italiano serve a rilevare chi, dopo aver contratto il virus ed essere considerato guarito perché i due tamponi a distanza di qualche giorno sono negativi, ha sviluppato quegli anticorpi che gli consentiranno di non ammalarsi di nuovo, in pratica certifica una patente di immunità. L’esame funziona come un normale prelievo ematico.
8:00 - Con il discorso di Conte di ieri sera, il Governo ha aperto lo studio della "Fase 2", quella della lenta uscita dall'emergenza Coronavirus. E come sarà? La curva dei contagi è in effetti sempre meno ripida, però non sembra ancora aver raggiunto il plateau, l’appiattimento che segnerebbe una stabilizzazione della situazione.
Le domande che in molti si pongono sono semplici. È arrivata? Quando inizierà? Sergio Romagnani, immunologo e pro- fessore emerito dell’Università di Firenze al Corriere della Sera prova ad immaginare: "Mascherina obbligatoria per tutti. Assembramenti vietati, soprattutto se per motivi ludici: le partite negli stadi, i concerti, le discoteche, i congressi, non si potranno fare. Il rischio è he nascano continuamente nuovi focolai. Forse i ristoranti e altri locali pubblici potranno riaprire, ma solo garantendo una distanza di sicurezza di almeno un metro e ottanta. mento sociale dovrà proseguire come oggi, in fila al supermerca- to come sul posto di lavoro". Purtroppo, è sbagliato immaginare la Fase 2 come il ritorno alla normalità che conoscevamo.