Un momento difficile con una persona cara in prima linea. È quello che sta vivendo il difensore del Torino Lorenzo De Silvestri, fidanzato con Carlotta, ricercatrice, attualmente impegnata sul fronte lavorativo contro il Coronavirus: "Lei è il mio orgoglio - racconta De Silvestri a Sky Sport - In questo momento si stanno accorgendo tutti dell'importanza della ricerca, speriamo se ne ricordino anche quando tutto questo passerà. La ricerca va supportata, ricercatori come lei sono degli eroi in questo momento storico".
"Come tutti gli italiani sto vivendo questo momento con preoccupazione - prosegue - È un momento drammatico, tragico e inedito. Cerco di informarmi e di rispettare le regole il più possibile per chi adesso è in prima linea e si sta facendo in quattro per noi. Sono in contatto ogni giorno con la mia famiglia".
Chiuso in casa, De Silvestri continua il suo programma di allenamenti in attesa che si possa ritornare in campo: "In questo momento, però, non è il mio pensiero primario - aggiunge - Bisogna contenere l'epidemia, poi vedremo cosa decideranno le autorità competenti. Quando verrà presa una decisione ci adatteremo".
Se si dovesse tornare in campo, il Torino dovrebbe continuare la sua lotta per la salvezza. Attualmente, infatti, sono appena due i punti di vantaggio sul terzultimo posto. Pensieri lontani per De Silvestri che, al ritorno in campo, ha un sogno: "Spero di rivedere lo stadio pieno, con la possibilità di condividere la gioia di stare insieme. Spero anche di poter invitare i sanitari allo stadio per ringraziarli dal vivo. C'è un legame forte con Torino e tutto l'ambiente, sono qui da quattro anni e c'è un ambiente sano".
Infine De Silvestri, laureato in economia e amministrazione aziendale, lancia un messaggio a tutti gli studenti che in questo momento stanno studiando a distanza, nello stesso mondo con cui l'esterno granata ha raggiunto la laurea: "Serve un po' di buona volontà, l'insegnamento online è complesso ma in questo momento serve spirito d'adattamento. Ai ragazzi dico di non trascurare gli studi, anzi di portarli avanti perché la cultura è un patrimonio da portare sempre con sé".