Tutti fermi, tutti a casa. La situazione in Italia è la stessa, ormai da una settimana. A causa dell'emergenza Coronavirus un intero Paese è in "total lockdown", come ha raccontato Asmir Begovic al quotidiano britannico Mirror. "Una città fantasma", l'ha definita il portiere bosniaco, che ha raccontato la sua vita in quarantena. Tra Netflix e costrizioni obbligatorie ma giuste, "ne va della salute di tutti".
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“Le strade sono deserte - ha raccontato Begovic - L'unica cosa aperta sono i supermercati dove puoi comprare cibo ma poi devi tornare subito a casa tua. È pazzesco. Milano è una grande città, io vivo in città e pensi che tutto questo sia un film. Lo dicono tutti ed è davvero così. Non ho mai visto niente del genere prima d'ora. E non sono sicuro che le persone capiscano quanto sia brutto qui. Il Coronavirus ha colpito l'Italia molto duramente con molti morti e persone infette. È devastante e straziante per la gente".
Begovic ha poi parlato di come è avanzata velocemente nel calcio l'emergenza. Prima in Italia, poi nel resto del mondo: "Ora vedi altri club, giocatori positivi e sembra un incubo e puoi solo sperare che tutto torni alla normalità il più presto possibile. E' successo tutto molto velocemente, una cosa dopo l'altra. Le cose si sono sviluppate così rapidamente dalle partite a porte aperte, poi chiuse e poi lo stop a tutto".
“C'è stato un dibattito sul fatto che dovremmo comunque giocare. Lo abbiamo fatto a porte chiuse, e non è stata per niente una bella esperienza. Al momento è un 'gioco d'attesa' - lo definisce proprio waiting game, ndr - Non ci stiamo allenando. Al momento dovremmo tornare ad allenarci il 23 marzo, ma la situazione è in continua evoluzione. Al Milan nessuno è risultato positivo. Come ci siamo salutati? Ci vedremo quando ci vedremo".
"È così strano non riuscire ad allenarsi. - ha concluso Begovic - Cerchi di fare altre cose, ma c'è solo Netflix che puoi guardare. Cerco di tenermi occupato, sto provando a registrare alcuni podcast e aspetto pazientemente che la normalità riprenda".