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Data: 08/03/2016 -

Corioni, il ricordo dei suoi giocatori. Dai Filippini a Calori: "Sarà difficile dimenticare, sia per noi che per Brescia"

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Ventidue anni vissuti tutti d'un fiato, un'altalena di emozioni in cui cullarsi dolcemente e assaporare tutte le gioie e le delusioni che un arco di tempo così lungo nasconde dentro di sè. Gino Corioni non è stato semplicemente il presidente del Brescia, la sua figura andava oltre quel semplice ruolo inserito in un freddo organigramma. E' stato l'anima di una società che per due decenni è riuscita a sorprendere, facendo vestire la propria maglia a calciatori del calibro di Baggio e Guardiola, ma anche di Hubner e i fratelli Filippini, molto legati a quello che è stato il Presidente, con la P maiuscola. "Il nostro è sempre stato un rapporto schietto, ci siamo sempre detti le cose in faccia senza tanti giri di parole" commenta Dario Hubner ai microfoni di GianlucadiMarzio.com. "A volte sono venuti fuori anche dei grandi baruffoni, ma finiva sempre che una volta avevo ragione io e dieci volte lui. Ho un ricordo fantastico, Corioni era davvero una persona eccezionale ed aveva un grande lato umano: sapeva perfettamente che non mi piaceva tanto parlare di calcio, così mi chiedeva sempre come stesse la mia famiglia e lo stesso facevo io con lui. Sarà difficile da dimenticare, per me e per tutta Brescia. Ha messo tanta di quella passione nella sua squadra..."

"Questa città ha vissuto emozioni impossibili da immaginare - continua l'ex attaccante - nessuno qui avrebbe mai pensato di poter vedere gente come Baggio o Guardiola, tutto questo è accaduto grazie a lui. E poi era uno di quei presidenti vecchio stampo di un calcio che ormai non c'è più, uno di quelli che se ne intendeva di calcio. Un aneddoto? Il giovedì pomeriggio giocavamo sempre le amichevoli, una volta lo vidi lì in panchina, così giocai soltanto il primo tempo. Nel secondo andai a sedermi accanto a lui e iniziammo a parlare della partita. Si allenavano con noi anche due giovani della Primavera, Alessio Baresi e Daniele Bonera. D'un tratto mi disse: 'Guarda Dario, quel Baresi lì farà una grandissima carriera, tra qualche anno sarà in una grande squadra'. Io gli risposi che sinceramente mi piaceva di più Bonera, che aveva grandi doti fisiche e che dimostrava di avere tanta fame. Sai cosa mi disse lui nel suo inconfondibile dialetto?: 'Ma smettila Dario, tu di calcio non capisci un ca...'. Ecco, fino all'ultima volta che l'ho incontrato gli ho sempre ricordato quell'episodio, lui mi diceva che avevo avuto ragione ma che di calcio non capivo ugualmente nulla. E poi giù con le risate. Perchè il presidente Corioni voglio ricordarlo così, sempre con il sorriso".

Affetto e commozione, tristezza ma anche un timido sorriso: c’è tutto questo nelle parole di Antonio Filippini quando ricorda IL suo presidente Gino Corioni. Un articolo, quello determinativo, scelto non a caso, del resto come si fa a dimenticare 12 anni trascorsi fianco a fianco, gomito a gomito con la stessa passione nel cuore? “Gino Corioni è stato il mio primo presidente in carriera, visto che arrivammo in contemporanea al Brescia” commenta un emozionato Antonio Filippini ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com.

“Posso dire con fierezza che dai 18 ai 30 anni c’è stato solo lui. Ricordo ancora la prima volta che lo incontrai, mi fece intendere immediatamente che puntava molto su di me”. Una finale Intertoto conquistata con sudore, e il sogno Uefa cullato fino ad un brusco risveglio: “Ricordo che il presidente Corioni era gasatissimo in quel periodo perché sentiva di vivere un momento storico per la città di Brescia”. Un rapporto che andava oltre il calcio, quello tra Antonio Filippini e Gino Corioni, tutto merito del papà dell’ex giocatore bresciano: “Conobbi il presidente prima di arrivare a Brescia perché mio papà era iscritto ad un fan club dell’Ospitaletto, di cui Corioni era proprietario. E’ stato un secondo padre per me e mio fratello, durante le feste con la squadra gli cantavamo sempre un coro per prenderlo in giro. Lui rideva e cantava con noi, era molto autoironico, ci mancherà veramente tanto”.

"Il Presidente Corioni è stato come un padre" continua il fratello Emanuele sempre ai microfoni di GianlucadiMarzio.com. "Ci voleva bene e ci rimproverava proprio come farebbe un genitore. Ricordo quando il Lecce voleva comprare me e mio fratello pagando ‘due al prezzo di uno’ ed il presidente Corioni, per scherzare, ci disse col sorriso sulle labbra: ‘Adesso vi vendo perché non vi sopporto più’. Poi invece fece di tutto per trattenerci e ci fece sentire importanti con queste parole: ‘Non vi venderei mai, voi siete il mio orgoglio e quello dei bresciani’. Ricordo poi come se fosse ieri il 5 maggio, quando ci salvammo all’ultima giornata contro il Bologna: io venni sostituito a 5’ dalla fine, poi in panchina mi sedetti proprio di fianco al presidente e ci abbracciamo forte. Non vi dico quanto piangeva per l’emozione di una salvezza raggiunta dopo un anno travagliato. Un altro bell’episodio è accaduto dopo la promozione in A della stagione ’96-’97: io e mio fratello, con il nostro gruppo, ci esibimmo proprio allo stadio e lui, dopo averci sentito cantare e suonare: ‘Meno male che giocate meglio di come suonate’, ci disse scherzando, ma sapevamo benissimo quanto apprezzasse il nostro spirito”.

Prima da calciatore, poi da allenatore, Alessandro Calori ha vissuto il Corioni presidente in entrambe le vesti. "Un leone, era un leone. Ha sempre lottato per vedere il suo Brescia in alto, la sua ambizione gli ha permesso di portare a Brescia dei veri e propri fuoriclasse. E' stato uno dei presidenti più longevi, perchè era un uomo vero" ha commentato Calori ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. "Mi ricordo quando al primo anno di Serie A con lui facemmo il record del Brescia: arrivammo settimi, alla festa sembrava un bambino a cui danno il primo lecca-lecca. Era felicissimo! Da allenatore vi dico che una volta l'ho portato con me in panchina contro il Livorno, portò fortuna perchè andammo ai playoff grazie a quella gara."

Ricordi indelebili che rimarranno scolpiti nella mente dei giocatori che, oltre ad averlo apprezzato, lo hanno anche stimato ed esaltato. Fotografie che non sbiadiranno mai, come quelle che custodisce Carlo Mazzone nel cassetto della propria anima, dove Gino Corioni possiede uno spazio tutto per lui: "Ho una grande amarezza per la perdita di questo grande personaggio" confida l'allenatore ai microfoni di GianlucadiMarzio.com. "Un uomo che vedeva nel suo Brescia del piacere, della soddisfazione: lo ricorderò sempre come un grandissimo". Una lacrima sgorga spontanea: Arrivederci, Presidente Corioni!

A cura di Andrea Zezza, Ernesto Branca, Edoardo Marcarini, Matteo D'Aquila e Alberto Trovamala

 


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