Oggi ha rinnovato il contratto fino al 2027, ma la storia di Diego Coppola con l'Hellas Verona parte da lontano: nel corso della stagione, Igor Tudor l'ha osservato e, da difensore qual era, di difensori ne capisce. Lanciato nel corso di questo campionato, ha mostrato ottime possibilità sia tecniche che mentali nella Primavera del club gialloblù, capacità di cui il croato, col suo staff, si è accorto subito.

Dopo i nove minuti finali di quel 2-4 in casa del Sassuolo, dove Barak segnò una tripletta (anche dimenticando come avesse segnato), e l'esordio in Coppa Italia a dicembre nella sfida persa con l'Empoli 3-4, Coppola ha anche esordito dal 1' in Serie A nella vittoria per 3-1 contro il Venezia, giocando l'intera partita e colpendo la sua tifoseria al Marcantonio Bentegodi, una casa per lui, un luogo che conosce molto bene.

Tutto parte dal Bentegodi...
Diego è nato a Bussolengo, ma abita ed è cresciuto a Pescantina. Proprio qui, infatti, a circa 15 chilometri da Verona, ha giocato per due anni: cresciuto al Pescantina, poi passato all’Ambrosiana un altro anno, società oggi nel girone C della Serie D. Dall’Ambrosiana, poi, è passato subito all’Hellas Verona all’età di 9 anni, per svolgere tutta la trafila nel settore giovanile, dai Pulcini fino alla Primavera.
Visti i natali, è tifoso dell’Hellas Verona, sin da bambino. Da che era ragazzino è stato un frequentatore assiduo del Bentegodi per tifare Hellas, quando la squadra giocava in Serie C1 (e Lega Pro Prima Divisione) e in Serie B.
Dopo un inizio difficile, quel gol "alla Maradona" e la maglia della Nazionale
Nelle varie squadre giovanili Coppola non ha avuto davvero modo di vincere. Anzi, i primissimi momenti sono stati tra i più difficili: non rubava l'occhio come invece ha fatto oggi, ha fatto molta panchina prima di cominciare a giocare con continuità a partire dalla Under 14. È lì che compie i primi passi per emergere.
Romanticamente, un momento preciso della sua carriera nelle giovanili del Verona che può identificare una svolta avvenne in Under 16, in una gara contro il Venezia: da difensore centrale, ha segnato un gol partendo praticamente poco oltre la sua area di rigore, scartando da sé diversi uomini, quasi "alla Maradona" (con le dovute proporzioni). Non un gol da difensore, per niente. Insomma, Venezia gli porta bene.

Si guadagna anche la Nazionale: già in Under 15 ha partecipato ad un primo stage, per poi essere schierato anche in Under 18 contro l’Austria in amichevole e unirsi in seguito alla selezione Under 19, di cui ora è uno dei centrali della Nazionale del ct Carmine Nunziata (che lo ha selezionato anche in Under 18).
L'exploit in questa stagione
Momenti più difficili, meno difficili, poco importa: ogni allenatore del Verona gli ha lasciato qualcosa a livello calcistico e umano e lo ha formato nel suo percorso. Il culmine, però, all'interno del settore giovanile gialloblù, è stato raggiunto sotto la guida del responsabile Massimo Margiotta e dell'allenatore Nicola Corrent, in Primavera.
Ha legato con tutti nel tempo, anche con giocatori che oggi hanno approcciato alla Serie A in maniera più o meno importante: sopra tutti, l'esterno Destiny Udogie (classe 2002 oggi all'Udinese) e Matteo Cancellieri, compagno di squadra, che ha giocato già più volte in questa Serie A.

Da menzionare, però, lo speciale rapporto col compagno di reparto Edoardo Bernardi, con cui c'è sempre stato un forte legame di amicizia, esteso anche al di fuori del campo: non solo hanno condiviso lo spogliato dell'Hellas, ma anche i banchi della stessa scuola superiore, che hanno frequentato assieme.
L'avvento di Diego Coppola: le sue qualità hanno colpito Tudor
La sua crescita continua, registrata a suon di prestazioni sul campo e anche a livello umano fuori dal campo, gli ha consentito di essere promosso in Prima Squadra tra la fine novembre e l'inizio di dicembre. Igor Tudor ha apprezzato la maturità dimostrata, fuori dal comune per un ragazzo di appena 18 anni. Le sue caratteristiche principali? Basso profilo, volontà ferrea di crescere, oltre che di imparare e assorbire dai calciatori affermati più cose possibili. Ne ha apprezzato la serietà e soprattutto la personalità.

Nello spogliatoio veronese è rimasta significativa una frase del Cholito Simeone riferita e riportata da Tudor: l’attaccante argentino ha evidenziato quanto faccia difficoltà a liberarsi dalla marcatura di Coppola in allenamento. Tudor ha sottolineato l’importanza della mentalità e del carattere nel calcio di oggi, cosa che l'allenatore croato ha visto e apprezzato nel ragazzo già lì, al termine della partita giocata per intero contro l'Empoli, in Coppa Italia. Quella partita eliminò il Verona dal torneo, ma ha regalato a Diego Coppola una chance importantissima per la sua carriera.
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