Si dice che ciò che non uccide fortifichi. Talvolta vero: prendete come esempio le due brutte prime apparizioni di Rino Gattuso sulla panchina del Milan, tra Benevento e Rijeka, e guardate come con un semplice accorgimento la musica stia lievemente cambiando in casa rossonera. Ritorno al 4-3-3 e alla consuetudine, per un modulo già collaudato dalla scorsa estate, e secondo risultato utile consecutivo dopo la vittoria contro il Bologna: 3-0 al Verona, firmato Suso-Romagnoli-Cutrone, per una pratica archiviata abbastanza agevolmente, con il derby di Coppa Italia ai quarti di finale contro l’Inter centrato. Attendendo di rimettersi definitivamente in carreggiata, in campionato, per rendere meno amara una classifica ancora notevolmente da migliorare.
Ciò che non ha ucciso il Milan sul campo l’ha fortificato, per l’appunto: e almeno da questo punto di vista, con gli accorgimenti di Gattuso, la massima può essere considerata valida. Ciò che tuttavia sembra aver subìto l’effetto contrario, nella fredda serata di San Siro, è il rapporto tra Gianluigi Donnarumma e i suoi tifosi: nota tutt’altro che lieta in casa rossonera capace di prendersi la scena in una notte che, solo fino ad una settimana fa, poteva apparire come totalmente serena. E che al contrario, dopo le ultime voci sul futuro del portiere rossonero emerse negli ultimi giorni, ha finito per rischiare di incrinare definitivamente il legame del portiere classe ’99 con il pubblico.
E ciò che non ha ucciso, stavolta, non ha fortificato, per l’appunto. Impossibile dimenticare il tormentone estivo legato al rinnovo di contratto di Gigio, stipulato dopo un lunghissimo tira e molla e in mezzo a mille colpi di scena lo scorso 11 Luglio: prodigio sul rettangolo verde coccolato soprattutto anche fuori dal campo, prima, fenomeno trattenuto a suon di milioni per mettere al sicuro la porta rossonera poi. Un patrimonio rimasto intatto e a Milano sul quale tuttavia, con il tempo, il modo di guardare Donnarumma è cambiato: scetticismo sulla reale volontà del calciatore di restare dissipatosi, via via, parata dopo parata, con il primo intervento decisivo su Mitrita nella sfida contro il Craiova a spianare la strada di un rapporto apparentemente recuperato, ma mai vissuto così intensamente come prima. Ed arrivato ad un punto di non ritorno, in maniera improvvisa, soprattutto nella serata odierna.
Questione di presunte lettere inviate, di firme poste sotto pressione al momento del rinnovo, di clausole presenti sul contratto non depositate dal club rossonero: fulmini a ciel parzialmente sereno capaci di rigettare enormi ombre sul futuro del calciatore, nonostante il dialogo tra Raiola e il Milan sembra versi, al momento, in uno status di tranquillità. Novità di fronte alle quali la Curva Sud, in maniera particolare, ha reagito in maniera furibonda e senza freni, vivendo un senso di inganno e di scarso attaccamento nei confronti della società che su Donnarumma, negli anni, ha puntato e creduto fortemente: fischi all’ingresso in campo per il riscaldamento, fischi all’annuncio delle formazioni, cori e striscioni pesanti mai sentiti né visti prima. Una tendenza alla quale anche i circa 10mila di San Siro, ad ogni tocco di palla del portiere, hanno aderito: gli abbracci di Bonucci e Gattuso ad un ragazzone in lacrime e dalla testa spesso scossa, evidentemente toccato mentalmente dallo scenario vissuto attorno, sono serviti ad una magra, magrissima consolazione per ciò che rispetto a prima, ormai, sembra essersi definitivamente rotto.
Riuscire a far calare totalmente il sipario, in ogni caso, resta ancora un'impresa difficile. Perchè le parole di Mirabelli e Gattuso, nel post partita, lasciano ancora spazio a chi appare tutt’altro che intenzionato a lasciare ciò che ha amato sin da bambino, stravolgendo la generale idea maturata nel tifo rossonero: il concetto di showman rivolto a Raiola e la massima tutela per il calciatore e per il club, da una parte, e un evidenziatore calcato con forza su reazioni sconosciute, come le lacrime post pari a Benevento e la rabbia per non essere stato convocato per Rijeka, dall’altra. Situazione divenuta una volta di più surreale e impossibile da portare avanti a lungo, in attesa di una soluzione ed una presa di posizione definitiva, soprattutto lato Donnarumma: in una serata dove il Milan ha capito quanto ciò che non uccida fortifichi, soprattutto sul campo, al contrario del caso relativo al suo giovane fenomeno. Il cui idillio con la sua piazza, sbocciato in maniera in attesa il 25 ottobre di tre stagioni fa, rischia ormai di vedere per sempre scritta la parola “fine”.